I blog
Hai mai sentito parlare dei blog? Sono diari in cui puoi raccontare le tue esperienze: una giornata particolare, un pensiero, ecc... Il Gomitolo offre blog sicuri per bambini e ragazzi!
Nel mese di giugno 2017 sono stati scritti 7 post!
Quel 27 giugno 2016...
scritto da iCs il 27/06/2017 alle 18:10
Il 27 giugno del 2016 per molti sarà stato un giorno come un altro. Tanti stavano godendosi le vacanze, qualcuno faceva gli esami... e qualcuno da queste parti stava scervellandosi su come dotare il Gomitolo di una chat nuova, visto che la vecchia usava JAVA, ormai in via di dismissione dai browser. Le alternative sicure sul mercato non erano all'altezza dei nostri sogni e quindi la scelta non era facile.
Proprio il 27 giugno la nostra Veronica fece la magia e convinse me e il suo compagno Enzo, programmatore, a lanciarci in qualcosa che nessuno di noi aveva provato: fare noi una chat!
Il server (lo smistatore dei messaggi) l'avrebbe fatto lui, il client (l'interfaccia che vedete quando vi collegate) l'avremmo fatto io e Davide. Davide poi ha avuto impegni e così mi ci sono dedicato io.
Ci sono voluti molti mesi e molte sfide... a noi stessi, alle nostre capacità, ai nostri limiti (più immaginati che reali) ma ci siamo riusciti e abbiamo imparato molto. Creare la chat, trovare un server per ospitarla, decidere di spostare l'intero Gomitolo su quel server (rendendolo fra l'altro molto più veloce, uscire dalle nostre abitudini anche di programmazione e fare altro.
E dopo 5 mesi la chat ha aperto, il 28 novembre 2016.
Il lavoro da allora non è mai finito e anche se la collaborazione con Enzo è terminata, la nostra chat è li a ricordare a tutti cosa si può fare quando si sfidano i propri limiti.
Buon primo compleanno cara nuova chat del Gomitolo, continui a crescere bene e secondo noi sei la chat per bambini e ragazzi più bella e sicura del web italiano!
Proprio il 27 giugno la nostra Veronica fece la magia e convinse me e il suo compagno Enzo, programmatore, a lanciarci in qualcosa che nessuno di noi aveva provato: fare noi una chat!
Il server (lo smistatore dei messaggi) l'avrebbe fatto lui, il client (l'interfaccia che vedete quando vi collegate) l'avremmo fatto io e Davide. Davide poi ha avuto impegni e così mi ci sono dedicato io.
Ci sono voluti molti mesi e molte sfide... a noi stessi, alle nostre capacità, ai nostri limiti (più immaginati che reali) ma ci siamo riusciti e abbiamo imparato molto. Creare la chat, trovare un server per ospitarla, decidere di spostare l'intero Gomitolo su quel server (rendendolo fra l'altro molto più veloce, uscire dalle nostre abitudini anche di programmazione e fare altro.
E dopo 5 mesi la chat ha aperto, il 28 novembre 2016.
Il lavoro da allora non è mai finito e anche se la collaborazione con Enzo è terminata, la nostra chat è li a ricordare a tutti cosa si può fare quando si sfidano i propri limiti.
Buon primo compleanno cara nuova chat del Gomitolo, continui a crescere bene e secondo noi sei la chat per bambini e ragazzi più bella e sicura del web italiano!
Un povero vecchio iCs
L'uomo - Pensieri
scritto da DolceCuore il 25/06/2017 alle 20:43
Curioso – vero Blog? – il fatto che l'uomo,
nonostante tutte le sue sicurezze,
nonostante abbia un tetto sotto cui vivere,
nonostante abbia da mangiare e da bere,
nonostante abbia una famiglia che gli vuole bene,
nonostante abbia degli amici sempre vicino a lui,
insomma:
nonostante abbia ogni giorno mille motivi per sorridere,
continui a vedere tutto nero,
a lamentarsi per ogni piccolezza:
per un corpo ai suoi occhi non particolarmente bello,
per un lavoro per lui troppo pesante,
per le, a suo parere, troppe ore di studio,
per il dover convivere ogni giorno con persone della sua età e specie magari non particolarmente simpatiche,
per tutto.
E pensare che ci vuole così poco per liberarsi di tutto il buio che l'opprime,
che lo fa star male,
che lo spinge, a sua insaputa, a trattare gli altri male,
che non gli permette di vivere appieno la vita..
Ma ci vuole davvero "così poco"?
Talvolta nella vita incontriamo ostacoli che ci paiono insormontabili,
ma che non lo sono
e ostacoli che ci paiono insormontabili,
ma che in realtà lo sono
e ci infettano,
ci infettano più di qualsiasi altra malattia.
E quando l'uomo li incontra, che può fare?
Nulla.
Abbandonarsi a quella misera – lo è davvero? – speranza
di guarire.
nonostante tutte le sue sicurezze,
nonostante abbia un tetto sotto cui vivere,
nonostante abbia da mangiare e da bere,
nonostante abbia una famiglia che gli vuole bene,
nonostante abbia degli amici sempre vicino a lui,
insomma:
nonostante abbia ogni giorno mille motivi per sorridere,
continui a vedere tutto nero,
a lamentarsi per ogni piccolezza:
per un corpo ai suoi occhi non particolarmente bello,
per un lavoro per lui troppo pesante,
per le, a suo parere, troppe ore di studio,
per il dover convivere ogni giorno con persone della sua età e specie magari non particolarmente simpatiche,
per tutto.
E pensare che ci vuole così poco per liberarsi di tutto il buio che l'opprime,
che lo fa star male,
che lo spinge, a sua insaputa, a trattare gli altri male,
che non gli permette di vivere appieno la vita..
Ma ci vuole davvero "così poco"?
Talvolta nella vita incontriamo ostacoli che ci paiono insormontabili,
ma che non lo sono
e ostacoli che ci paiono insormontabili,
ma che in realtà lo sono
e ci infettano,
ci infettano più di qualsiasi altra malattia.
E quando l'uomo li incontra, che può fare?
Nulla.
Abbandonarsi a quella misera – lo è davvero? – speranza
di guarire.
Prima prova
scritto da *Marty98* il 21/06/2017 alle 22:28
E così, tra ansie e paure (col senno di poi piuttosto immotivate), si conclude questa prima giornata di esami.
I temi scelti sono stati a mio avviso molto, molto banali. Si trattava di cose trite e ritrite, e i temi più scientifici erano piuttosto simili tra di loro.
In più, le tracce erano poco specifiche, per cui mi sono ritrovata a scrivere un saggio breve, che se avessi voluto farlo completo, sarebbe diventato un libro; altro che le 5 colonne massime consentite per questa tipologia di tema!
Ho scelto il saggio breve appunto, in ambito artistico letterario che parlava della natura come minaccia ed idillio.
La traccia di per se mi piaceva molto, è un tema che si tratta parecchio durante la quinta, perciò sono riuscita a fare molti collegamenti.
I documenti proposti non erano il massimo: c'erano due quadri, uno di Turner ed uno di Pellizza da Volpedo, che ho incluso entrambi nel mio tema, due poesie, una di Pascoli ed una di Montale (ho incluso solo la prima), e due estratti: il primo dal testo di Leopardi sul dialogo con la natura, il secondo era un pezzo delle Lettere a Jacopo Ortis di Foscolo. Questi due documenti non mi piacevano, non li ho inglobati nel discorso perché non trovavano bene collegamento con l'impostazione che ho voluto dare al mio tema.
Ho iniziato parlando del ruolo fondamentale della natura nell'arte e nella letteratura.
Poi ho parlato di come la natura sia spesso rappresentata come benevola (ho collegato Leopardi con L'Infinito, il panismo di D'Annunzio con riferimenti a La pioggia nel pineto, e poi ho parlato del quadro proposto di Pellizza Da Volpedo), e poi come matrigna (qua ho collegato sempre Leopardi con A Silvia, la poesia proposta di Pascoli, il concetto artistico di sublime con Il viandante sul mare di nebbia di Friedrich ed infine il quadro di Turner presente nei documenti).
Ho scritto un sacco, un protocollo intero più un pezzo di un altro. Ci sarebbero state tantissime altre cose da dire (nella scaletta ho scritto che avevo in mente di collegare anche Montale, Monet, il realismo in arte, ma sarebbe stato decisamente troppo lungo) però sono contenta così.
Adesso mi ritrovo tranquillissima sul mio letto, perché domani c'è inglese e più calma di così non posso essere. A meno che non escano tracce totalmente orribili (cosa che non ritengo più così tanto impossibile a questo punto, avendo visto che cosa si sono inventati per oggi...) dovrei andare bene: punto tutto su questa prova quindi pregate per me
Ora vado a rilassarmi e cercare di dormire un po' prima stanotte, visto che ieri mi sono addormentata alle 4 di mattina
P.S. Ho saputo che sarò la prima del secondo giorno del secondo gruppo di orali, quindi sono il 7 luglio e sono iper mega contenta. Ho tempo di studiare tutto con calma ma non finisco nemmeno all'ultimo. Per una volta un po' di fortuna hahaha
I temi scelti sono stati a mio avviso molto, molto banali. Si trattava di cose trite e ritrite, e i temi più scientifici erano piuttosto simili tra di loro.
In più, le tracce erano poco specifiche, per cui mi sono ritrovata a scrivere un saggio breve, che se avessi voluto farlo completo, sarebbe diventato un libro; altro che le 5 colonne massime consentite per questa tipologia di tema!
Ho scelto il saggio breve appunto, in ambito artistico letterario che parlava della natura come minaccia ed idillio.
La traccia di per se mi piaceva molto, è un tema che si tratta parecchio durante la quinta, perciò sono riuscita a fare molti collegamenti.
I documenti proposti non erano il massimo: c'erano due quadri, uno di Turner ed uno di Pellizza da Volpedo, che ho incluso entrambi nel mio tema, due poesie, una di Pascoli ed una di Montale (ho incluso solo la prima), e due estratti: il primo dal testo di Leopardi sul dialogo con la natura, il secondo era un pezzo delle Lettere a Jacopo Ortis di Foscolo. Questi due documenti non mi piacevano, non li ho inglobati nel discorso perché non trovavano bene collegamento con l'impostazione che ho voluto dare al mio tema.
Ho iniziato parlando del ruolo fondamentale della natura nell'arte e nella letteratura.
Poi ho parlato di come la natura sia spesso rappresentata come benevola (ho collegato Leopardi con L'Infinito, il panismo di D'Annunzio con riferimenti a La pioggia nel pineto, e poi ho parlato del quadro proposto di Pellizza Da Volpedo), e poi come matrigna (qua ho collegato sempre Leopardi con A Silvia, la poesia proposta di Pascoli, il concetto artistico di sublime con Il viandante sul mare di nebbia di Friedrich ed infine il quadro di Turner presente nei documenti).
Ho scritto un sacco, un protocollo intero più un pezzo di un altro. Ci sarebbero state tantissime altre cose da dire (nella scaletta ho scritto che avevo in mente di collegare anche Montale, Monet, il realismo in arte, ma sarebbe stato decisamente troppo lungo) però sono contenta così.
Adesso mi ritrovo tranquillissima sul mio letto, perché domani c'è inglese e più calma di così non posso essere. A meno che non escano tracce totalmente orribili (cosa che non ritengo più così tanto impossibile a questo punto, avendo visto che cosa si sono inventati per oggi...) dovrei andare bene: punto tutto su questa prova quindi pregate per me
Ora vado a rilassarmi e cercare di dormire un po' prima stanotte, visto che ieri mi sono addormentata alle 4 di mattina
P.S. Ho saputo che sarò la prima del secondo giorno del secondo gruppo di orali, quindi sono il 7 luglio e sono iper mega contenta. Ho tempo di studiare tutto con calma ma non finisco nemmeno all'ultimo. Per una volta un po' di fortuna hahaha
"O time! thou must untangle this, not I;
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
Notte prima degli esami
scritto da *Marty98* il 20/06/2017 alle 23:32
La notte prima degli esami ha un sapore diverso.
Finalmente, quella sera di cui tanto tutti parlano, è arrivata anche per me.
È una sera particolare, dove le camomille non sono mai troppe, dove lo studio non ti sembra mai abbastanza, dove ti sorgono i dubbi più strani: "ma farà schifo la mia tesina?" "Come si fa un saggio breve?" "Ho portato abbastanza penne? 10 basteranno o mi si scaricheranno tutte e dovrò iniziare a scrivere col sangue?" "Che autore uscirà?" "Ci avranno azzeccato i vari siti internet che in questi giorni si sono dedicati al toto traccia?" "E se non mi piace nessun tema che faccio?" Potrei continuare all'infinito.
È una sensazione strana, che solo chi ci è già passato sa capire.
È una notte di preghiere, di speranze, di ansie, di dubbi, d'insonna, di lacrime.
È la notte che segna l'inizio della fine di tutto quanto.
In questo momento, mi sento strana. Ho voglia di piangere come se fossi triste, ma non so perché. Forse perché ho realizzato che ormai le mie ore al liceo sono davvero contate?
O forse perché la paura sta prendendo il sopravvento su di me?
Ho vissuto questi ultimi giorni sorprendentemente con tutta la calma possibile: i temi sono sempre stato uno dei miei punti di forza, così come inglese, che affronterò giovedì.
Ma adesso, l'ansia è tornata a farmi visita.
Non so cosa mi aspetti, non so se mi risulterà facile svolgere il mio tema, non so se una volta uscita di lì, potrò ritenermi soddisfatta di me stessa.
So solo che ci sarò io e il foglio: e dentro a quel foglio dovrò dimostrare in poche righe chi sono, cosa ho imparato durante questo lunghissimo percorso che ormai è al suo termine.
Sono arrivata fino a questo punto, a volte con difficoltà, ma ci sono arrivata.
Ora manca quel passo, anzi, quei 4 passi, che mi dividono dalla fine della scuola e l'inizio della mia vita vera.
Ma a questo penserò tra qualche ora, perché, del resto, "questa notte è ancora nostra".
Finalmente, quella sera di cui tanto tutti parlano, è arrivata anche per me.
È una sera particolare, dove le camomille non sono mai troppe, dove lo studio non ti sembra mai abbastanza, dove ti sorgono i dubbi più strani: "ma farà schifo la mia tesina?" "Come si fa un saggio breve?" "Ho portato abbastanza penne? 10 basteranno o mi si scaricheranno tutte e dovrò iniziare a scrivere col sangue?" "Che autore uscirà?" "Ci avranno azzeccato i vari siti internet che in questi giorni si sono dedicati al toto traccia?" "E se non mi piace nessun tema che faccio?" Potrei continuare all'infinito.
È una sensazione strana, che solo chi ci è già passato sa capire.
È una notte di preghiere, di speranze, di ansie, di dubbi, d'insonna, di lacrime.
È la notte che segna l'inizio della fine di tutto quanto.
In questo momento, mi sento strana. Ho voglia di piangere come se fossi triste, ma non so perché. Forse perché ho realizzato che ormai le mie ore al liceo sono davvero contate?
O forse perché la paura sta prendendo il sopravvento su di me?
Ho vissuto questi ultimi giorni sorprendentemente con tutta la calma possibile: i temi sono sempre stato uno dei miei punti di forza, così come inglese, che affronterò giovedì.
Ma adesso, l'ansia è tornata a farmi visita.
Non so cosa mi aspetti, non so se mi risulterà facile svolgere il mio tema, non so se una volta uscita di lì, potrò ritenermi soddisfatta di me stessa.
So solo che ci sarò io e il foglio: e dentro a quel foglio dovrò dimostrare in poche righe chi sono, cosa ho imparato durante questo lunghissimo percorso che ormai è al suo termine.
Sono arrivata fino a questo punto, a volte con difficoltà, ma ci sono arrivata.
Ora manca quel passo, anzi, quei 4 passi, che mi dividono dalla fine della scuola e l'inizio della mia vita vera.
Ma a questo penserò tra qualche ora, perché, del resto, "questa notte è ancora nostra".
"O time! thou must untangle this, not I;
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
Auguri a te.
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 17/06/2017 alle 01:16
A te,
che mi hai supportato e sopportato,
abbiamo urlato e abbiamo respirato a ritmo per i miei attacchi di panico,
abbiamo riso, pianto,
abbiamo condiviso pensieri e emozioni a distanza di chilometri e chilometri.
E anche se so che tu puoi vedere dietro l'anonimato e manca ancora un giorno, auguri.
E ci tengo a farti gli auguri qui, qui dove è nato tutto.
Stiamo andando avanti mano nella mano, e la canzone, quella canzone, dei Pooh in sottofondo.
Auguri papà.
che mi hai supportato e sopportato,
abbiamo urlato e abbiamo respirato a ritmo per i miei attacchi di panico,
abbiamo riso, pianto,
abbiamo condiviso pensieri e emozioni a distanza di chilometri e chilometri.
E anche se so che tu puoi vedere dietro l'anonimato e manca ancora un giorno, auguri.
E ci tengo a farti gli auguri qui, qui dove è nato tutto.
Stiamo andando avanti mano nella mano, e la canzone, quella canzone, dei Pooh in sottofondo.
Auguri papà.
The end of this nightmare
scritto da Mary04 il 09/06/2017 alle 17:32
Caro Blog,
oggi per me è una giornata come le altre, eppure qualcosa nella mia testa si sta ribellando.
Qualcosa che non so cosa sia, sconosciuta e recondita nel mio animo.
Nascosta per bene tra i mille pensieri che mi assillano ogni giorno.
Oggi è il 9 giugno 2017, mancano 5 giorni agli esami, quegli esami che sanciranno la fine del mio percorso delle medie, un percorso tremendo per me, in cui ho affrontato ogni giornata con i brividi gelidi che mi correvano lungo la schiena, con l'ansia che mi svegliava alla mattina e che mi dava la buonanotte alla sera.
Tre anni da incubo, nel vero senso della parola.
Sebbene sia felice di terminare le medie, ho una paura tremenda degli esami.
Come tu sai, caro Blog, sono davvero tanto testarda e non credo a chi mi dice che gli esami siano delle emerite cavolate e sai perché? perché io penso che ogni cosa sia adeguata a sé; per un maturando gli esami di maturità si presentano come un ostacolo da dover saltare e che a prima vista sembra minaccioso e terribile.
Io penso sia lo stesso per gli esami di terza media.
Per i ragazzi della mia età, appaiono difficili e insuperabili e forse dopo sembreranno la cosa più facile che si abbia mai fatto ma, in quel momento e con tutta la pressione e l'ansia che ti opprime, sono difficili per davvero.
Almeno questa è la mia tesi.
Penso sia così. Non bisogna sminuirli, ma nemmeno farne una tragedia.
Vorrei aver finito la scuola e starmene rilassata in vacanza.
Invece no, perché questi maledetti esami si mangiano o meglio "divorano" le mie vacanze.
Domani finirò la scuola.
Ma la finirò alle 10,00 perché ci sarà il funerale della mamma di Lorenzo, lo stesso Lorenzo che durante il terremoto mi ha confortato e abbracciato, e penso di dovermi sdebitare con lui, anche se di fronte a queste situazioni tutto risulta troppo poco...
La cosa brutta è che non l'ho mai visto piangere
da quando ha saputo del tumore della madre.
Non ha mai pianto, ha paura di essere giudicato, di rovinare la sua alta reputazione all'interno della scuola,
si tiene dentro ciò che lo opprime, e so che è così.
Non piange e non si sfoga... ma prima o poi è destinato a collassare su sé stesso, come la nebulosa primordiale.
Vorrei fargli capire che ci sono sempre per lui, ma ogni parola mi sembra vana, spesa a vuoto, difronte a cose del genere.
E' difficile, difficile rimarginare delle ferite così profonde con delle semplici e banali parole di conforto, dette da una persona che non è in grado di percepire il suo dolore.
Mi sento inutile e impotente, sensazione terribile.
Ma forse, è esattamente come si sente lui in questo momento.
Come ogni persona si sente difronte all'immane e oscuro destino della morte.
oggi per me è una giornata come le altre, eppure qualcosa nella mia testa si sta ribellando.
Qualcosa che non so cosa sia, sconosciuta e recondita nel mio animo.
Nascosta per bene tra i mille pensieri che mi assillano ogni giorno.
Oggi è il 9 giugno 2017, mancano 5 giorni agli esami, quegli esami che sanciranno la fine del mio percorso delle medie, un percorso tremendo per me, in cui ho affrontato ogni giornata con i brividi gelidi che mi correvano lungo la schiena, con l'ansia che mi svegliava alla mattina e che mi dava la buonanotte alla sera.
Tre anni da incubo, nel vero senso della parola.
Sebbene sia felice di terminare le medie, ho una paura tremenda degli esami.
Come tu sai, caro Blog, sono davvero tanto testarda e non credo a chi mi dice che gli esami siano delle emerite cavolate e sai perché? perché io penso che ogni cosa sia adeguata a sé; per un maturando gli esami di maturità si presentano come un ostacolo da dover saltare e che a prima vista sembra minaccioso e terribile.
Io penso sia lo stesso per gli esami di terza media.
Per i ragazzi della mia età, appaiono difficili e insuperabili e forse dopo sembreranno la cosa più facile che si abbia mai fatto ma, in quel momento e con tutta la pressione e l'ansia che ti opprime, sono difficili per davvero.
Almeno questa è la mia tesi.
Penso sia così. Non bisogna sminuirli, ma nemmeno farne una tragedia.
Vorrei aver finito la scuola e starmene rilassata in vacanza.
Invece no, perché questi maledetti esami si mangiano o meglio "divorano" le mie vacanze.
Domani finirò la scuola.
Ma la finirò alle 10,00 perché ci sarà il funerale della mamma di Lorenzo, lo stesso Lorenzo che durante il terremoto mi ha confortato e abbracciato, e penso di dovermi sdebitare con lui, anche se di fronte a queste situazioni tutto risulta troppo poco...
La cosa brutta è che non l'ho mai visto piangere
da quando ha saputo del tumore della madre.
Non ha mai pianto, ha paura di essere giudicato, di rovinare la sua alta reputazione all'interno della scuola,
si tiene dentro ciò che lo opprime, e so che è così.
Non piange e non si sfoga... ma prima o poi è destinato a collassare su sé stesso, come la nebulosa primordiale.
Vorrei fargli capire che ci sono sempre per lui, ma ogni parola mi sembra vana, spesa a vuoto, difronte a cose del genere.
E' difficile, difficile rimarginare delle ferite così profonde con delle semplici e banali parole di conforto, dette da una persona che non è in grado di percepire il suo dolore.
Mi sento inutile e impotente, sensazione terribile.
Ma forse, è esattamente come si sente lui in questo momento.
Come ogni persona si sente difronte all'immane e oscuro destino della morte.
"Vale la pena vivere solo per le cose per le quali vale la pena anche morire" -Lorenzo Jovanotti
Pensieri da maturanda
scritto da *Marty98* il 05/06/2017 alle 21:59
Oggi è iniziata ufficialmente per me l'ultima settimana di scuola della mia vita.
Non so bene come mi sento a riguardo.
Da un lato sono felice perché il liceo mi ha stufata e voglio iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa di stimolante dove possa mettermi alla prova ogni giorno e costruire da sola il mio futuro basandomi solo su me stessa. All'università nessuno mi correrà dietro per studiare, e questo per me è un bene, siccome ho bisogno dei miei tempi e a scuola ciò non viene mai preso in considerazione.
Eppure, nonostante l'idea di studiare davvero ciò che amo di più, le lingue, mi emozioni davvero tanto, dall'altra mentirei a dire che il liceo non mi mancherà.
In questi 5 anni sono cambiata tanto: ho iniziato la prima da bambina, piena di insicurezze e fragile. Ora esco che sono una donna, consapevole delle mie capacità, ma anche delle mie debolezze, che cerco ogni giorno di fortificare e di migliorare.
Esco che sono... matura. In ogni senso possibile.
E ora, pensare a quei 4 giorni di esame, non mi fa più così paura. Nonostante sappia che tutte le mie ansie torneranno tra pochi giorni, per adesso cerco di godermi questo pochissimo tempo che mi rimane con la mia classe, che forse troppo tardi ho scoperto essere una grande famiglia che mi mancherà nonostante tutti i suoi difetti.
So già che piangerò moltissimo l'ultimo giorno, quando sentirò quell'ultima campanella.
So già che non vorrò uscire da quel portone, per l'ultima volta davvero.
Eppure dovrò farlo, e farlo comporterà del coraggio, perché da quel momento, io non entrerò mai più a scuola, nemmeno per gli esami, visto che si faranno in sede. Da quel momento, io sono io, Martina e basta, non più un numero sul registro. E starà a me costruire la mia vita, da quel momento più che mai.
Lasciare la scuola è difficile, perché lasci un luogo che volendo o meno, nel corso di 5 lunghissimi anni, diventa un posto di gioia, di conforto, di lacrime, di difficoltà da affrontare insieme a chi ti sta intorno.
Tutti mi dicevano che non ci sarà più alcun luogo che ti faccia sentire più a casa come la tua classe. E ora mi rendo conto di quanto sia vero.
So che tanti di voi non potranno capire perché in pochi qui hanno finito le superiori e so che molti leggendo questo post, magari mi invidieranno perché io sto per finire quella scuola che tanto odiate. E vi capisco. Da una parte lo penso anche io. Ma sono sicura che tra qualche anno, anche voi capirete il mio stato d'animo.
Avessi la possibilità di tornare indietro per un po', lo farei.
Ma non posso farlo, perciò proverò a godermi ciò che resta, sperando sia sufficiente.
Non so bene come mi sento a riguardo.
Da un lato sono felice perché il liceo mi ha stufata e voglio iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa di stimolante dove possa mettermi alla prova ogni giorno e costruire da sola il mio futuro basandomi solo su me stessa. All'università nessuno mi correrà dietro per studiare, e questo per me è un bene, siccome ho bisogno dei miei tempi e a scuola ciò non viene mai preso in considerazione.
Eppure, nonostante l'idea di studiare davvero ciò che amo di più, le lingue, mi emozioni davvero tanto, dall'altra mentirei a dire che il liceo non mi mancherà.
In questi 5 anni sono cambiata tanto: ho iniziato la prima da bambina, piena di insicurezze e fragile. Ora esco che sono una donna, consapevole delle mie capacità, ma anche delle mie debolezze, che cerco ogni giorno di fortificare e di migliorare.
Esco che sono... matura. In ogni senso possibile.
E ora, pensare a quei 4 giorni di esame, non mi fa più così paura. Nonostante sappia che tutte le mie ansie torneranno tra pochi giorni, per adesso cerco di godermi questo pochissimo tempo che mi rimane con la mia classe, che forse troppo tardi ho scoperto essere una grande famiglia che mi mancherà nonostante tutti i suoi difetti.
So già che piangerò moltissimo l'ultimo giorno, quando sentirò quell'ultima campanella.
So già che non vorrò uscire da quel portone, per l'ultima volta davvero.
Eppure dovrò farlo, e farlo comporterà del coraggio, perché da quel momento, io non entrerò mai più a scuola, nemmeno per gli esami, visto che si faranno in sede. Da quel momento, io sono io, Martina e basta, non più un numero sul registro. E starà a me costruire la mia vita, da quel momento più che mai.
Lasciare la scuola è difficile, perché lasci un luogo che volendo o meno, nel corso di 5 lunghissimi anni, diventa un posto di gioia, di conforto, di lacrime, di difficoltà da affrontare insieme a chi ti sta intorno.
Tutti mi dicevano che non ci sarà più alcun luogo che ti faccia sentire più a casa come la tua classe. E ora mi rendo conto di quanto sia vero.
So che tanti di voi non potranno capire perché in pochi qui hanno finito le superiori e so che molti leggendo questo post, magari mi invidieranno perché io sto per finire quella scuola che tanto odiate. E vi capisco. Da una parte lo penso anche io. Ma sono sicura che tra qualche anno, anche voi capirete il mio stato d'animo.
Avessi la possibilità di tornare indietro per un po', lo farei.
Ma non posso farlo, perciò proverò a godermi ciò che resta, sperando sia sufficiente.
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It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
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