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Nel mese di gennaio 2017 sono stati scritti 3 post!
Questa matura che mi fa così paura...
scritto da *Marty98* il 31/01/2017 alle 00:10
Oggi sono uscite le materie che ci saranno alla maturità. La maturità del mio anno, la mia.
E tralasciando le scelte discutibili del Miur, su cui non voglio basare questo post perché sarebbe semplicemente una polemica inutile, forse oggi mi sono resa conto sul serio che la mia permanenza al liceo, a scuola, ha ormai i minuti contati.
Tra poco più di 4 mesi inizierà questo esame, che da sempre vedevo come una cosa talmente lontana che mi sembrava irraggiungile. E per quanto ancora adesso non realizzi il fatto che si, finalmente sto per diplomarmi anche io, mi sto accorgendo di quanto io sia cresciuta. Sono cresciuta e cambiata così tanto da quando ho iniziato la prima elementare. Le medie sono volate, il liceo, tra fatica e stress, in fin dei conti, anche.
E nonostante non veda l'ora di terminare tutto questo una volta per tutte ed iniziare un percorso nuovo, da una parte un po' mi dispiace lasciare tutto quanto.
Sono consapevole di quanto questi pochi mesi di scuola voleranno, e forse non sono pronta a diventare grande, grande per davvero.
La maturità, per quanto tutti la dipingano una passeggiata, sarà davvero la prima grande prova della mia vita. Una prova che farà da premessa a tante altre che avrò davanti a me all'università prima, e nella vita poi.
E per quanto io mi senta prova a "levarmi questo dente", è inutile dire che sono spaventata.
Inizio già a sentire la malinconia del liceo, perché nonostante sappia benissimo che non appena domani mattina sarò in classe a farmi tanto altro nervoso e a pregare che quel supplizio finisca nel modo più veloce possibile, so anche che un giorno, forse nemmeno troppo lontano, tutto questo mi mancherà e non sarà più un motivo di rabbia e frustrazione, ma solo un bellissimo ricordo.
Probabilmente la maggior parte delle amicizie che ho costruito in questi anni si indeboliranno, perché tra 4 mesi non avremo più un edificio malandato che ci costringe a passare 6 ore ogni giorno insieme, ognuno prenderà la sua strada e mi fa male pensare questo.
Stringerò nuove amicizie, questo lo so, ma con quelle persone non avrò gli stessi ricordi, non avrò affrontato gli stessi drammi scolastici e subito le mille ingiustizie che ho condiviso coi miei compagni del liceo, che per quanto nella maggior parte dei casi non mi vadano particolarmente a genio, ho imparato a rispettare ed apprezzare qualche dote in ognuno di loro (o quasi...).
Non so davvero da dove provenga tutta questa malinconia, forse è proprio colpa delle materie, che mi hanno fatto rendere conto sul serio di quanto la fine della scuola sia vicina.
Cercherò di sfruttare questi ultimi mesi al meglio possibile, perché nonostante il tutto sarà contornato da domani mattina da uno stress immenso e un'ansia che non andrà mai via, ormai ho capito che certi momenti della vita non torneranno più ed è giusto viverli al massimo, malgrado le difficoltà.
E tralasciando le scelte discutibili del Miur, su cui non voglio basare questo post perché sarebbe semplicemente una polemica inutile, forse oggi mi sono resa conto sul serio che la mia permanenza al liceo, a scuola, ha ormai i minuti contati.
Tra poco più di 4 mesi inizierà questo esame, che da sempre vedevo come una cosa talmente lontana che mi sembrava irraggiungile. E per quanto ancora adesso non realizzi il fatto che si, finalmente sto per diplomarmi anche io, mi sto accorgendo di quanto io sia cresciuta. Sono cresciuta e cambiata così tanto da quando ho iniziato la prima elementare. Le medie sono volate, il liceo, tra fatica e stress, in fin dei conti, anche.
E nonostante non veda l'ora di terminare tutto questo una volta per tutte ed iniziare un percorso nuovo, da una parte un po' mi dispiace lasciare tutto quanto.
Sono consapevole di quanto questi pochi mesi di scuola voleranno, e forse non sono pronta a diventare grande, grande per davvero.
La maturità, per quanto tutti la dipingano una passeggiata, sarà davvero la prima grande prova della mia vita. Una prova che farà da premessa a tante altre che avrò davanti a me all'università prima, e nella vita poi.
E per quanto io mi senta prova a "levarmi questo dente", è inutile dire che sono spaventata.
Inizio già a sentire la malinconia del liceo, perché nonostante sappia benissimo che non appena domani mattina sarò in classe a farmi tanto altro nervoso e a pregare che quel supplizio finisca nel modo più veloce possibile, so anche che un giorno, forse nemmeno troppo lontano, tutto questo mi mancherà e non sarà più un motivo di rabbia e frustrazione, ma solo un bellissimo ricordo.
Probabilmente la maggior parte delle amicizie che ho costruito in questi anni si indeboliranno, perché tra 4 mesi non avremo più un edificio malandato che ci costringe a passare 6 ore ogni giorno insieme, ognuno prenderà la sua strada e mi fa male pensare questo.
Stringerò nuove amicizie, questo lo so, ma con quelle persone non avrò gli stessi ricordi, non avrò affrontato gli stessi drammi scolastici e subito le mille ingiustizie che ho condiviso coi miei compagni del liceo, che per quanto nella maggior parte dei casi non mi vadano particolarmente a genio, ho imparato a rispettare ed apprezzare qualche dote in ognuno di loro (o quasi...).
Non so davvero da dove provenga tutta questa malinconia, forse è proprio colpa delle materie, che mi hanno fatto rendere conto sul serio di quanto la fine della scuola sia vicina.
Cercherò di sfruttare questi ultimi mesi al meglio possibile, perché nonostante il tutto sarà contornato da domani mattina da uno stress immenso e un'ansia che non andrà mai via, ormai ho capito che certi momenti della vita non torneranno più ed è giusto viverli al massimo, malgrado le difficoltà.
"O time! thou must untangle this, not I;
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
Buongiorno a tutti, si spera...
scritto da Mary04 il 19/01/2017 alle 09:44
Buongiorno a tutti,si spera.
come va?
beh,a me non molto bene, ma forse dovrei spiegarmi meglio per chi di voi è rimasto estraneo all'argomento.
il 18 gennaio 2016, ieri per meglio intenderci, era una giornata come le altre, caratterizzata da un freddo vento di tramontana proveniente da nord est.
L'aria era strana, il cielo di un giallino particolare a me noto spesso e che mi ha fatto porre qualche strana sensazione.
come sempre alle otto meno dieci sono uscita di casa per andare a scuola, a cinque minuti dalla mia abitazione, e come ogni giorno ho incontrato la mia amica che si stava incamminando come me verso la scuola e abbiamo proseguito insieme.
Come per tre anni è stato, sono arrivata giusto a pennello davanti alla scuola e le mie amiche aspettavano il suono della campanella sotto il porticato della scuola, allora ho salito una piccola rampa di scale e sono arrivata da loro.
Prima che fossero le 8,05 abbiamo parlato del più e del meno,dei compiti,delle verifiche,degli amici e delle feste,come le ragazze fanno normalmente.
alle 8,06,come sempre e con un minuto di ritardo è suonata la campanella e abbiamo raggiunto la nostra classe al terzo piano lamentandoci dell'immmenso peso dello zaino in spalla su tre ripide rampe di scale.
ci siamo sistemati tutti ai nostri banchi e alle 8,10 come ogni mattina che si rispetti, è suonata la seconda campanella che segnava il definitivo inizio delle lezioni e l'obbligo degli studenti di essere già arrivati in classe per non +beccare una nota di ritardo sul registro.
Io ero seduta accanto ad un mio amico,come stabilito dalla prof, e dietro di me, però nel banco opposto, c'era la mia migliore amica,come stabilito dalla prof.
-Oggi è il primo mercoledì dell'anno in cui non abbiamo nulla di brutto!
le ho detto io con un'aria più sollevata che felice; e lei con la sua aria spavalda ed entusiasta ha annuito tirando un sospiro di sollievo.
La mia professoressa di francese è arrivata in classe con un leggero ritardo,come ad ogni lezione, e ha detto che avrebbe continuato ad interrogare, ma io avevo ripetuto talmente tanto che quando mi ha chiamato le ho ripetuto tutto per filo e per segno, con qualche banale imprecisione. Sono stata davvero felice del risultato e anche la mia migliore amica.
La seconda ora è stata come le ultime tre lezioni di mercoledì. Dovevamo avere la professoressa di religione ma è da un bel po' di tempo che manca. Ci è venuta per mezz'ora una supplente di francese e per un'altra mezz'ora una professoressa di inglese e ci siamo divertiti perché ci hanno lasciato parlare,chiacchierare,ridere e scambiarci di posto.
Nel frattempo mi sono sgranocchiata pure un panino, poiché quella mattina non ero riuscita a fare colazione, chissà perché.
Al cambio dell'ora,come ogni cambio dell'ora che si rispetti, abbiamo cambiato il materiale scolastico sopra il banco e abbiamo riposto nello zaino, quello dell'ora passata.
La mia professoressa di italiano ha raggiunto l'aula con un po' di ritardo,ma nulla di troppo particolare.
Ci ha detto che domani avrebbe interrogato di storia, e già lo sapevo, tantoché la mia migliore amica sarebbe venuta a casa mia per ripassare insieme.
Però ieri avevamo grammatica, e infatti ci avrebbe spiegato le proposizioni subordinate dichiarative.
Abbiamo preso il foglio e scritto il titolo, come sempre d'altronde ed io avevo persino ricopiato la definizione.
Ad un tratto, in un secondo, in qualche microsecondo, si sente un brivido dentro d me, ma suppongo dentro tutti. Un brivido, o forse un tremore. Il banco oscillava e le penne cadevano tutte per terra. Persino io ero diventata impotente e potevo cadere dalla sedia nel giro di poco.
La prof sgrana gli occhi, i miei amici cominciano ad urlare, stupiti di ciò che eravamo consapevoli stesse accadendo ma che sembrava impossibile.
ci siamo alzati e rifugiati sotto ai banchi, con la paura che i quadri con i chiodi sulle pareti potessero finirci in testa.
Non capivamo perché non suonasse la campanella,infatti un secondo dopo ecco lì quel suono che da anni si sentiva solo come prova di evacuazione e che ieri, in quel giorno,un giorno come tutti, si era cancellata la parola 'prova'.
io ho sentito le stesse emozioni del mese di agosto e seguenti, del mese di ottobre e di novembre, dei primi di gennaio di nuovo e di quel momento. Ma in quel momento non ero a casa, con i miei, come era stato invece le altre volte. Ero a scuola. E ero disperata. il mio amico Lorenzo mi ha abbracciato e appena la prof ci ha dato il permesso siamo corsi giù per le scale di fretta e abbiamo raggiunto l'area di ritrovo, nel piazzale difronte alla scuola.
Tutti erano disperati, le prof che contavano 100000 volte per assicurarsi che nessuno fosse rimasto dentro.
ci hanno fatto accendere i telefoni,che io avevo lasciato a casa malgrado che mamma me l'avesse detto che potrebbe servire sempre, ma la mia amica me l'ha prestato e io che non smettevo di piangere ho telefonato a mamma che in cinque minuti è arrivata.
Tutti ,i abbracciavano e mi davano dei baci di conforto e la mia migliore amica mi teneva la mano stretta nella sua.
Ho urlato davanti a tutti 'non provate a farci rientrare là dentro'.
eppure sì,ci hanno fatto rientrare dopo mezz'ora circa per prendere lo zaino e per aspettare che i genitori facessero un permesso per farci uscire.
E quando eravamo ancora in classe mamma mi ha detto che al piano terra per firmare il permesso è stato un vero casino.
Un segretario si è messo a trattare male i genitori e mamma le ha detto' mia figlia è disperata,se ne vada lei! Ma io senza mia figlia non ci esco da qui'
quando ci eravamo riassettati tutti in classe riecco quel brivido,quella tremarella,ancora più forte di prima e come sempre ecco la disperazione, il pianto e il tenersi per mano. Ci siamo rimessi sotto i banchi di nuovo e malgrado la prof ci avesse detto di restare sotto i banchi finita la scossa noi ci siamo precipitati giù per le scale e abbiamo raggiunto l'uscita con i nostri genitori.
una volta fuori dalla scuola con mamma e la mia migliore amica non riuscivo a respirare, mi faceva male la gola e davvero non riuscivo a prendere aria, né con la bocca né con il naso. Mi girava la testa e il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo.
La mia amica è restata con noi , e io lei e mamma abbiamo raggiunto la farmacia di papà mentre per il corso nessuno era rimasto dentro le case, o negli uffici e né tanto meno nei negozi.
Il prefetto, la provincia,il comune, tutti fuori, al freddo e con quel cielo giallo che mai mi fu simpatico.
e lascio a voi immaginare il resto della giornata, tra il timore e il TREMORE continuo.
ecco, ora sapete tutto.
è da un'ora che scrivo, mi distraggo almeno.
come va?
beh,a me non molto bene, ma forse dovrei spiegarmi meglio per chi di voi è rimasto estraneo all'argomento.
il 18 gennaio 2016, ieri per meglio intenderci, era una giornata come le altre, caratterizzata da un freddo vento di tramontana proveniente da nord est.
L'aria era strana, il cielo di un giallino particolare a me noto spesso e che mi ha fatto porre qualche strana sensazione.
come sempre alle otto meno dieci sono uscita di casa per andare a scuola, a cinque minuti dalla mia abitazione, e come ogni giorno ho incontrato la mia amica che si stava incamminando come me verso la scuola e abbiamo proseguito insieme.
Come per tre anni è stato, sono arrivata giusto a pennello davanti alla scuola e le mie amiche aspettavano il suono della campanella sotto il porticato della scuola, allora ho salito una piccola rampa di scale e sono arrivata da loro.
Prima che fossero le 8,05 abbiamo parlato del più e del meno,dei compiti,delle verifiche,degli amici e delle feste,come le ragazze fanno normalmente.
alle 8,06,come sempre e con un minuto di ritardo è suonata la campanella e abbiamo raggiunto la nostra classe al terzo piano lamentandoci dell'immmenso peso dello zaino in spalla su tre ripide rampe di scale.
ci siamo sistemati tutti ai nostri banchi e alle 8,10 come ogni mattina che si rispetti, è suonata la seconda campanella che segnava il definitivo inizio delle lezioni e l'obbligo degli studenti di essere già arrivati in classe per non +beccare una nota di ritardo sul registro.
Io ero seduta accanto ad un mio amico,come stabilito dalla prof, e dietro di me, però nel banco opposto, c'era la mia migliore amica,come stabilito dalla prof.
-Oggi è il primo mercoledì dell'anno in cui non abbiamo nulla di brutto!
le ho detto io con un'aria più sollevata che felice; e lei con la sua aria spavalda ed entusiasta ha annuito tirando un sospiro di sollievo.
La mia professoressa di francese è arrivata in classe con un leggero ritardo,come ad ogni lezione, e ha detto che avrebbe continuato ad interrogare, ma io avevo ripetuto talmente tanto che quando mi ha chiamato le ho ripetuto tutto per filo e per segno, con qualche banale imprecisione. Sono stata davvero felice del risultato e anche la mia migliore amica.
La seconda ora è stata come le ultime tre lezioni di mercoledì. Dovevamo avere la professoressa di religione ma è da un bel po' di tempo che manca. Ci è venuta per mezz'ora una supplente di francese e per un'altra mezz'ora una professoressa di inglese e ci siamo divertiti perché ci hanno lasciato parlare,chiacchierare,ridere e scambiarci di posto.
Nel frattempo mi sono sgranocchiata pure un panino, poiché quella mattina non ero riuscita a fare colazione, chissà perché.
Al cambio dell'ora,come ogni cambio dell'ora che si rispetti, abbiamo cambiato il materiale scolastico sopra il banco e abbiamo riposto nello zaino, quello dell'ora passata.
La mia professoressa di italiano ha raggiunto l'aula con un po' di ritardo,ma nulla di troppo particolare.
Ci ha detto che domani avrebbe interrogato di storia, e già lo sapevo, tantoché la mia migliore amica sarebbe venuta a casa mia per ripassare insieme.
Però ieri avevamo grammatica, e infatti ci avrebbe spiegato le proposizioni subordinate dichiarative.
Abbiamo preso il foglio e scritto il titolo, come sempre d'altronde ed io avevo persino ricopiato la definizione.
Ad un tratto, in un secondo, in qualche microsecondo, si sente un brivido dentro d me, ma suppongo dentro tutti. Un brivido, o forse un tremore. Il banco oscillava e le penne cadevano tutte per terra. Persino io ero diventata impotente e potevo cadere dalla sedia nel giro di poco.
La prof sgrana gli occhi, i miei amici cominciano ad urlare, stupiti di ciò che eravamo consapevoli stesse accadendo ma che sembrava impossibile.
ci siamo alzati e rifugiati sotto ai banchi, con la paura che i quadri con i chiodi sulle pareti potessero finirci in testa.
Non capivamo perché non suonasse la campanella,infatti un secondo dopo ecco lì quel suono che da anni si sentiva solo come prova di evacuazione e che ieri, in quel giorno,un giorno come tutti, si era cancellata la parola 'prova'.
io ho sentito le stesse emozioni del mese di agosto e seguenti, del mese di ottobre e di novembre, dei primi di gennaio di nuovo e di quel momento. Ma in quel momento non ero a casa, con i miei, come era stato invece le altre volte. Ero a scuola. E ero disperata. il mio amico Lorenzo mi ha abbracciato e appena la prof ci ha dato il permesso siamo corsi giù per le scale di fretta e abbiamo raggiunto l'area di ritrovo, nel piazzale difronte alla scuola.
Tutti erano disperati, le prof che contavano 100000 volte per assicurarsi che nessuno fosse rimasto dentro.
ci hanno fatto accendere i telefoni,che io avevo lasciato a casa malgrado che mamma me l'avesse detto che potrebbe servire sempre, ma la mia amica me l'ha prestato e io che non smettevo di piangere ho telefonato a mamma che in cinque minuti è arrivata.
Tutti ,i abbracciavano e mi davano dei baci di conforto e la mia migliore amica mi teneva la mano stretta nella sua.
Ho urlato davanti a tutti 'non provate a farci rientrare là dentro'.
eppure sì,ci hanno fatto rientrare dopo mezz'ora circa per prendere lo zaino e per aspettare che i genitori facessero un permesso per farci uscire.
E quando eravamo ancora in classe mamma mi ha detto che al piano terra per firmare il permesso è stato un vero casino.
Un segretario si è messo a trattare male i genitori e mamma le ha detto' mia figlia è disperata,se ne vada lei! Ma io senza mia figlia non ci esco da qui'
quando ci eravamo riassettati tutti in classe riecco quel brivido,quella tremarella,ancora più forte di prima e come sempre ecco la disperazione, il pianto e il tenersi per mano. Ci siamo rimessi sotto i banchi di nuovo e malgrado la prof ci avesse detto di restare sotto i banchi finita la scossa noi ci siamo precipitati giù per le scale e abbiamo raggiunto l'uscita con i nostri genitori.
una volta fuori dalla scuola con mamma e la mia migliore amica non riuscivo a respirare, mi faceva male la gola e davvero non riuscivo a prendere aria, né con la bocca né con il naso. Mi girava la testa e il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo.
La mia amica è restata con noi , e io lei e mamma abbiamo raggiunto la farmacia di papà mentre per il corso nessuno era rimasto dentro le case, o negli uffici e né tanto meno nei negozi.
Il prefetto, la provincia,il comune, tutti fuori, al freddo e con quel cielo giallo che mai mi fu simpatico.
e lascio a voi immaginare il resto della giornata, tra il timore e il TREMORE continuo.
ecco, ora sapete tutto.
è da un'ora che scrivo, mi distraggo almeno.
"Vale la pena vivere solo per le cose per le quali vale la pena anche morire" -Lorenzo Jovanotti
2016
scritto da *Marty98* il 04/01/2017 alle 23:49
E come ogni anno, anche se un po’ in ritardo questa volta, mi ritrovo a scrivere il post di conclusione di quest'anno.
Non saprei descrivere questo 2016, è stato un ammasso di tantissime cose assieme, e adesso mi rendo conto di quanto sia difficile snodarle per parlare di ognuna di loro singolarmente. Quest'anno è iniziato in modo estremamente difficile: ho saputo per la prima volta cosa volesse dire stare male per l'assenza di qualcuno, ho capito quanto possano essere fondamentali le persone nella propria vita. Ho passato quasi un mese senza Pietro e non vorrei rivivere per nulla al mondo quei giorni. Ogni momento sembrava interminabilmente eterno, e il dolore costante che avevo nel petto non migliorava mai. Credo di non aver mai dormito così poco e pianto così tanto. Mi sentivo vuota, e persa e sola. Il tutto contornato dal fatto che tornavo nella scuola italiana, senza la mia “famiglia” di amici che mi ero costruita in Inghilterra, e senza l'entusiasmo di vivere qualcosa di nuovo.
Quando Pietro è tornato, le cose sono migliorate, ma nonostante questo mi ritrovavo a dover affrontare ed accettare il fatto che in Inghilterra era tutto diverso, e che qui avevamo tante altre cose a cui pensare oltre che a noi stessi. E quindi ancora una volta ho sofferto la lontananza, questa volta in senso più figurato che fisico, siccome riuscivamo a vederci giusto un paio di volte a settimana ed il tempo non sembrava mai abbastanza.
Tutto questo con l'abitudine è migliorato, e sono felice da una parte che sia andata così, perché avevamo un rapporto fin troppo “morboso”, e vedersi meno ci ha fatto ricordare che prima di essere una coppia eravamo due persone singole, con i propri spazi e i propri impegni. Ovviamente ciò ci ha reso più forti.
Dal punto di vista scolastico ho ricevuto solo soddisfazioni: mai prima per me studiare era stato così facile, forse anche grazie al fatto di aver eliminato totalmente la carne dalla mia vita ed aver iniziato a mangiare più verdura. I miei voti erano tutto ciò che potessi desiderare e per una volta ero pienamente soddisfatta di me stessa sotto quel punto di vista.
Ho avuto anche dei momenti brutti con Pietro, liti gigantesche che mi hanno fatto seriamente considerare l'idea di lasciarlo: ora col senno di poi, e vedendo come sono le cose tra di noi al momento, ringrazio Dio di non averlo fatto e di aver stretto i denti anche quando le cose non andavano.
L'estate è stata uno spasso: stavo col mio ragazzo, uscivo, mare, sole e tante feste, alcune più belle, altre più brutte.Ho avuto anche momenti no ovviamente, per esempio quando Pietro è partito per 18 lunghi giorni e mi ritrovato in una situazione simile a quella di inizio, i miei problemi di salute e il ricovero di mio nonno, ma direi che in generale è stata la migliore estate da un bel po’ di tempo.
Ho viaggiato tanto: sono stata ad Amsterdam con Pietro, un'esperienza unica che voglio ripetere con lui il prima possibile e a Berlino con papà. Entrambe città stupende.
E poi è iniziata la quinta. Quella che sarà il mio ultimo anno di liceo, che sto affrontando tra mille ansia e paure al meglio che posso.
Sono diventata maggiorenne, cosa che ho scoperto comportare più rotture di scatole che benefici, ho votato per prima volta, cosa che mi ha fatta sentire grande.
Ho fatto un anno con Pietro e questo mi rende molto orgogliosa di me stessa ma anche di noi insieme
.Ho passato un bel Natale, e ho concluso l'anno con un viaggio a Champoluc con Pietro, Diana e Dario, ed è stato fenomenale. Il capodanno migliore della mia vita senza dubbio.
Quindi che dire, non posso lamentarmi. Le difficoltà ci sono e ci saranno sempre perché la vita è così, ma credo che in fin dei conti, almeno per me, questo 2016 non sia stato così disastroso.
Come sempre, non so cosa mi porterà il 2017, e col tempo ho capito che fare piani per l'anno nuovo è inutile: succederà sempre quel che meno ti aspetti, ed è semplicemente giusto vivere giorno per giorno.
Ho pochissime certezze e mi va bene così.
Buon 2017 a me stessa, a te blog, e a tutti voi.
Non saprei descrivere questo 2016, è stato un ammasso di tantissime cose assieme, e adesso mi rendo conto di quanto sia difficile snodarle per parlare di ognuna di loro singolarmente. Quest'anno è iniziato in modo estremamente difficile: ho saputo per la prima volta cosa volesse dire stare male per l'assenza di qualcuno, ho capito quanto possano essere fondamentali le persone nella propria vita. Ho passato quasi un mese senza Pietro e non vorrei rivivere per nulla al mondo quei giorni. Ogni momento sembrava interminabilmente eterno, e il dolore costante che avevo nel petto non migliorava mai. Credo di non aver mai dormito così poco e pianto così tanto. Mi sentivo vuota, e persa e sola. Il tutto contornato dal fatto che tornavo nella scuola italiana, senza la mia “famiglia” di amici che mi ero costruita in Inghilterra, e senza l'entusiasmo di vivere qualcosa di nuovo.
Quando Pietro è tornato, le cose sono migliorate, ma nonostante questo mi ritrovavo a dover affrontare ed accettare il fatto che in Inghilterra era tutto diverso, e che qui avevamo tante altre cose a cui pensare oltre che a noi stessi. E quindi ancora una volta ho sofferto la lontananza, questa volta in senso più figurato che fisico, siccome riuscivamo a vederci giusto un paio di volte a settimana ed il tempo non sembrava mai abbastanza.
Tutto questo con l'abitudine è migliorato, e sono felice da una parte che sia andata così, perché avevamo un rapporto fin troppo “morboso”, e vedersi meno ci ha fatto ricordare che prima di essere una coppia eravamo due persone singole, con i propri spazi e i propri impegni. Ovviamente ciò ci ha reso più forti.
Dal punto di vista scolastico ho ricevuto solo soddisfazioni: mai prima per me studiare era stato così facile, forse anche grazie al fatto di aver eliminato totalmente la carne dalla mia vita ed aver iniziato a mangiare più verdura. I miei voti erano tutto ciò che potessi desiderare e per una volta ero pienamente soddisfatta di me stessa sotto quel punto di vista.
Ho avuto anche dei momenti brutti con Pietro, liti gigantesche che mi hanno fatto seriamente considerare l'idea di lasciarlo: ora col senno di poi, e vedendo come sono le cose tra di noi al momento, ringrazio Dio di non averlo fatto e di aver stretto i denti anche quando le cose non andavano.
L'estate è stata uno spasso: stavo col mio ragazzo, uscivo, mare, sole e tante feste, alcune più belle, altre più brutte.Ho avuto anche momenti no ovviamente, per esempio quando Pietro è partito per 18 lunghi giorni e mi ritrovato in una situazione simile a quella di inizio, i miei problemi di salute e il ricovero di mio nonno, ma direi che in generale è stata la migliore estate da un bel po’ di tempo.
Ho viaggiato tanto: sono stata ad Amsterdam con Pietro, un'esperienza unica che voglio ripetere con lui il prima possibile e a Berlino con papà. Entrambe città stupende.
E poi è iniziata la quinta. Quella che sarà il mio ultimo anno di liceo, che sto affrontando tra mille ansia e paure al meglio che posso.
Sono diventata maggiorenne, cosa che ho scoperto comportare più rotture di scatole che benefici, ho votato per prima volta, cosa che mi ha fatta sentire grande.
Ho fatto un anno con Pietro e questo mi rende molto orgogliosa di me stessa ma anche di noi insieme
.Ho passato un bel Natale, e ho concluso l'anno con un viaggio a Champoluc con Pietro, Diana e Dario, ed è stato fenomenale. Il capodanno migliore della mia vita senza dubbio.
Quindi che dire, non posso lamentarmi. Le difficoltà ci sono e ci saranno sempre perché la vita è così, ma credo che in fin dei conti, almeno per me, questo 2016 non sia stato così disastroso.
Come sempre, non so cosa mi porterà il 2017, e col tempo ho capito che fare piani per l'anno nuovo è inutile: succederà sempre quel che meno ti aspetti, ed è semplicemente giusto vivere giorno per giorno.
Ho pochissime certezze e mi va bene così.
Buon 2017 a me stessa, a te blog, e a tutti voi.
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