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Hai mai sentito parlare dei blog? Sono diari in cui puoi raccontare le tue esperienze: una giornata particolare, un pensiero, ecc... Questo è il blog di Mary04. Se preferisci puoi leggere i post di tutti in un'unica pagina.
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Buongiorno a tutti, si spera...
scritto da Mary04 il 19/01/2017 alle 09:44
Buongiorno a tutti,si spera.
come va?
beh,a me non molto bene, ma forse dovrei spiegarmi meglio per chi di voi è rimasto estraneo all'argomento.
il 18 gennaio 2016, ieri per meglio intenderci, era una giornata come le altre, caratterizzata da un freddo vento di tramontana proveniente da nord est.
L'aria era strana, il cielo di un giallino particolare a me noto spesso e che mi ha fatto porre qualche strana sensazione.
come sempre alle otto meno dieci sono uscita di casa per andare a scuola, a cinque minuti dalla mia abitazione, e come ogni giorno ho incontrato la mia amica che si stava incamminando come me verso la scuola e abbiamo proseguito insieme.
Come per tre anni è stato, sono arrivata giusto a pennello davanti alla scuola e le mie amiche aspettavano il suono della campanella sotto il porticato della scuola, allora ho salito una piccola rampa di scale e sono arrivata da loro.
Prima che fossero le 8,05 abbiamo parlato del più e del meno,dei compiti,delle verifiche,degli amici e delle feste,come le ragazze fanno normalmente.
alle 8,06,come sempre e con un minuto di ritardo è suonata la campanella e abbiamo raggiunto la nostra classe al terzo piano lamentandoci dell'immmenso peso dello zaino in spalla su tre ripide rampe di scale.
ci siamo sistemati tutti ai nostri banchi e alle 8,10 come ogni mattina che si rispetti, è suonata la seconda campanella che segnava il definitivo inizio delle lezioni e l'obbligo degli studenti di essere già arrivati in classe per non +beccare una nota di ritardo sul registro.
Io ero seduta accanto ad un mio amico,come stabilito dalla prof, e dietro di me, però nel banco opposto, c'era la mia migliore amica,come stabilito dalla prof.
-Oggi è il primo mercoledì dell'anno in cui non abbiamo nulla di brutto!
le ho detto io con un'aria più sollevata che felice; e lei con la sua aria spavalda ed entusiasta ha annuito tirando un sospiro di sollievo.
La mia professoressa di francese è arrivata in classe con un leggero ritardo,come ad ogni lezione, e ha detto che avrebbe continuato ad interrogare, ma io avevo ripetuto talmente tanto che quando mi ha chiamato le ho ripetuto tutto per filo e per segno, con qualche banale imprecisione. Sono stata davvero felice del risultato e anche la mia migliore amica.
La seconda ora è stata come le ultime tre lezioni di mercoledì. Dovevamo avere la professoressa di religione ma è da un bel po' di tempo che manca. Ci è venuta per mezz'ora una supplente di francese e per un'altra mezz'ora una professoressa di inglese e ci siamo divertiti perché ci hanno lasciato parlare,chiacchierare,ridere e scambiarci di posto.
Nel frattempo mi sono sgranocchiata pure un panino, poiché quella mattina non ero riuscita a fare colazione, chissà perché.
Al cambio dell'ora,come ogni cambio dell'ora che si rispetti, abbiamo cambiato il materiale scolastico sopra il banco e abbiamo riposto nello zaino, quello dell'ora passata.
La mia professoressa di italiano ha raggiunto l'aula con un po' di ritardo,ma nulla di troppo particolare.
Ci ha detto che domani avrebbe interrogato di storia, e già lo sapevo, tantoché la mia migliore amica sarebbe venuta a casa mia per ripassare insieme.
Però ieri avevamo grammatica, e infatti ci avrebbe spiegato le proposizioni subordinate dichiarative.
Abbiamo preso il foglio e scritto il titolo, come sempre d'altronde ed io avevo persino ricopiato la definizione.
Ad un tratto, in un secondo, in qualche microsecondo, si sente un brivido dentro d me, ma suppongo dentro tutti. Un brivido, o forse un tremore. Il banco oscillava e le penne cadevano tutte per terra. Persino io ero diventata impotente e potevo cadere dalla sedia nel giro di poco.
La prof sgrana gli occhi, i miei amici cominciano ad urlare, stupiti di ciò che eravamo consapevoli stesse accadendo ma che sembrava impossibile.
ci siamo alzati e rifugiati sotto ai banchi, con la paura che i quadri con i chiodi sulle pareti potessero finirci in testa.
Non capivamo perché non suonasse la campanella,infatti un secondo dopo ecco lì quel suono che da anni si sentiva solo come prova di evacuazione e che ieri, in quel giorno,un giorno come tutti, si era cancellata la parola 'prova'.
io ho sentito le stesse emozioni del mese di agosto e seguenti, del mese di ottobre e di novembre, dei primi di gennaio di nuovo e di quel momento. Ma in quel momento non ero a casa, con i miei, come era stato invece le altre volte. Ero a scuola. E ero disperata. il mio amico Lorenzo mi ha abbracciato e appena la prof ci ha dato il permesso siamo corsi giù per le scale di fretta e abbiamo raggiunto l'area di ritrovo, nel piazzale difronte alla scuola.
Tutti erano disperati, le prof che contavano 100000 volte per assicurarsi che nessuno fosse rimasto dentro.
ci hanno fatto accendere i telefoni,che io avevo lasciato a casa malgrado che mamma me l'avesse detto che potrebbe servire sempre, ma la mia amica me l'ha prestato e io che non smettevo di piangere ho telefonato a mamma che in cinque minuti è arrivata.
Tutti ,i abbracciavano e mi davano dei baci di conforto e la mia migliore amica mi teneva la mano stretta nella sua.
Ho urlato davanti a tutti 'non provate a farci rientrare là dentro'.
eppure sì,ci hanno fatto rientrare dopo mezz'ora circa per prendere lo zaino e per aspettare che i genitori facessero un permesso per farci uscire.
E quando eravamo ancora in classe mamma mi ha detto che al piano terra per firmare il permesso è stato un vero casino.
Un segretario si è messo a trattare male i genitori e mamma le ha detto' mia figlia è disperata,se ne vada lei! Ma io senza mia figlia non ci esco da qui'
quando ci eravamo riassettati tutti in classe riecco quel brivido,quella tremarella,ancora più forte di prima e come sempre ecco la disperazione, il pianto e il tenersi per mano. Ci siamo rimessi sotto i banchi di nuovo e malgrado la prof ci avesse detto di restare sotto i banchi finita la scossa noi ci siamo precipitati giù per le scale e abbiamo raggiunto l'uscita con i nostri genitori.
una volta fuori dalla scuola con mamma e la mia migliore amica non riuscivo a respirare, mi faceva male la gola e davvero non riuscivo a prendere aria, né con la bocca né con il naso. Mi girava la testa e il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo.
La mia amica è restata con noi , e io lei e mamma abbiamo raggiunto la farmacia di papà mentre per il corso nessuno era rimasto dentro le case, o negli uffici e né tanto meno nei negozi.
Il prefetto, la provincia,il comune, tutti fuori, al freddo e con quel cielo giallo che mai mi fu simpatico.
e lascio a voi immaginare il resto della giornata, tra il timore e il TREMORE continuo.
ecco, ora sapete tutto.
è da un'ora che scrivo, mi distraggo almeno.
come va?
beh,a me non molto bene, ma forse dovrei spiegarmi meglio per chi di voi è rimasto estraneo all'argomento.
il 18 gennaio 2016, ieri per meglio intenderci, era una giornata come le altre, caratterizzata da un freddo vento di tramontana proveniente da nord est.
L'aria era strana, il cielo di un giallino particolare a me noto spesso e che mi ha fatto porre qualche strana sensazione.
come sempre alle otto meno dieci sono uscita di casa per andare a scuola, a cinque minuti dalla mia abitazione, e come ogni giorno ho incontrato la mia amica che si stava incamminando come me verso la scuola e abbiamo proseguito insieme.
Come per tre anni è stato, sono arrivata giusto a pennello davanti alla scuola e le mie amiche aspettavano il suono della campanella sotto il porticato della scuola, allora ho salito una piccola rampa di scale e sono arrivata da loro.
Prima che fossero le 8,05 abbiamo parlato del più e del meno,dei compiti,delle verifiche,degli amici e delle feste,come le ragazze fanno normalmente.
alle 8,06,come sempre e con un minuto di ritardo è suonata la campanella e abbiamo raggiunto la nostra classe al terzo piano lamentandoci dell'immmenso peso dello zaino in spalla su tre ripide rampe di scale.
ci siamo sistemati tutti ai nostri banchi e alle 8,10 come ogni mattina che si rispetti, è suonata la seconda campanella che segnava il definitivo inizio delle lezioni e l'obbligo degli studenti di essere già arrivati in classe per non +beccare una nota di ritardo sul registro.
Io ero seduta accanto ad un mio amico,come stabilito dalla prof, e dietro di me, però nel banco opposto, c'era la mia migliore amica,come stabilito dalla prof.
-Oggi è il primo mercoledì dell'anno in cui non abbiamo nulla di brutto!
le ho detto io con un'aria più sollevata che felice; e lei con la sua aria spavalda ed entusiasta ha annuito tirando un sospiro di sollievo.
La mia professoressa di francese è arrivata in classe con un leggero ritardo,come ad ogni lezione, e ha detto che avrebbe continuato ad interrogare, ma io avevo ripetuto talmente tanto che quando mi ha chiamato le ho ripetuto tutto per filo e per segno, con qualche banale imprecisione. Sono stata davvero felice del risultato e anche la mia migliore amica.
La seconda ora è stata come le ultime tre lezioni di mercoledì. Dovevamo avere la professoressa di religione ma è da un bel po' di tempo che manca. Ci è venuta per mezz'ora una supplente di francese e per un'altra mezz'ora una professoressa di inglese e ci siamo divertiti perché ci hanno lasciato parlare,chiacchierare,ridere e scambiarci di posto.
Nel frattempo mi sono sgranocchiata pure un panino, poiché quella mattina non ero riuscita a fare colazione, chissà perché.
Al cambio dell'ora,come ogni cambio dell'ora che si rispetti, abbiamo cambiato il materiale scolastico sopra il banco e abbiamo riposto nello zaino, quello dell'ora passata.
La mia professoressa di italiano ha raggiunto l'aula con un po' di ritardo,ma nulla di troppo particolare.
Ci ha detto che domani avrebbe interrogato di storia, e già lo sapevo, tantoché la mia migliore amica sarebbe venuta a casa mia per ripassare insieme.
Però ieri avevamo grammatica, e infatti ci avrebbe spiegato le proposizioni subordinate dichiarative.
Abbiamo preso il foglio e scritto il titolo, come sempre d'altronde ed io avevo persino ricopiato la definizione.
Ad un tratto, in un secondo, in qualche microsecondo, si sente un brivido dentro d me, ma suppongo dentro tutti. Un brivido, o forse un tremore. Il banco oscillava e le penne cadevano tutte per terra. Persino io ero diventata impotente e potevo cadere dalla sedia nel giro di poco.
La prof sgrana gli occhi, i miei amici cominciano ad urlare, stupiti di ciò che eravamo consapevoli stesse accadendo ma che sembrava impossibile.
ci siamo alzati e rifugiati sotto ai banchi, con la paura che i quadri con i chiodi sulle pareti potessero finirci in testa.
Non capivamo perché non suonasse la campanella,infatti un secondo dopo ecco lì quel suono che da anni si sentiva solo come prova di evacuazione e che ieri, in quel giorno,un giorno come tutti, si era cancellata la parola 'prova'.
io ho sentito le stesse emozioni del mese di agosto e seguenti, del mese di ottobre e di novembre, dei primi di gennaio di nuovo e di quel momento. Ma in quel momento non ero a casa, con i miei, come era stato invece le altre volte. Ero a scuola. E ero disperata. il mio amico Lorenzo mi ha abbracciato e appena la prof ci ha dato il permesso siamo corsi giù per le scale di fretta e abbiamo raggiunto l'area di ritrovo, nel piazzale difronte alla scuola.
Tutti erano disperati, le prof che contavano 100000 volte per assicurarsi che nessuno fosse rimasto dentro.
ci hanno fatto accendere i telefoni,che io avevo lasciato a casa malgrado che mamma me l'avesse detto che potrebbe servire sempre, ma la mia amica me l'ha prestato e io che non smettevo di piangere ho telefonato a mamma che in cinque minuti è arrivata.
Tutti ,i abbracciavano e mi davano dei baci di conforto e la mia migliore amica mi teneva la mano stretta nella sua.
Ho urlato davanti a tutti 'non provate a farci rientrare là dentro'.
eppure sì,ci hanno fatto rientrare dopo mezz'ora circa per prendere lo zaino e per aspettare che i genitori facessero un permesso per farci uscire.
E quando eravamo ancora in classe mamma mi ha detto che al piano terra per firmare il permesso è stato un vero casino.
Un segretario si è messo a trattare male i genitori e mamma le ha detto' mia figlia è disperata,se ne vada lei! Ma io senza mia figlia non ci esco da qui'
quando ci eravamo riassettati tutti in classe riecco quel brivido,quella tremarella,ancora più forte di prima e come sempre ecco la disperazione, il pianto e il tenersi per mano. Ci siamo rimessi sotto i banchi di nuovo e malgrado la prof ci avesse detto di restare sotto i banchi finita la scossa noi ci siamo precipitati giù per le scale e abbiamo raggiunto l'uscita con i nostri genitori.
una volta fuori dalla scuola con mamma e la mia migliore amica non riuscivo a respirare, mi faceva male la gola e davvero non riuscivo a prendere aria, né con la bocca né con il naso. Mi girava la testa e il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo.
La mia amica è restata con noi , e io lei e mamma abbiamo raggiunto la farmacia di papà mentre per il corso nessuno era rimasto dentro le case, o negli uffici e né tanto meno nei negozi.
Il prefetto, la provincia,il comune, tutti fuori, al freddo e con quel cielo giallo che mai mi fu simpatico.
e lascio a voi immaginare il resto della giornata, tra il timore e il TREMORE continuo.
ecco, ora sapete tutto.
è da un'ora che scrivo, mi distraggo almeno.
Commenti
Commento #1
scritto da CaGnoLoSha
il 20/01/2017 alle 13:35
Ciao Mary! Mi dispiace un sacco per ciò che è successo ed è normale che tu abbia paura.
Credo non esistano parole in grado di tirarti su il morale e sarebbe inutile provarci, però volevo dirti che sei davvero brava a scrivere, wow mi ha colpito molto la frase "il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo". Sembra quasi il testo di una scrittrice quando hai questi momenti di paura prova a sfogarti scrivendo, proprio come hai fatto ieri, perché fai del bene a te stessa e ne fai anche agli altri che adorano leggerti.
Spero comunque che ora tu stia meglio
Credo non esistano parole in grado di tirarti su il morale e sarebbe inutile provarci, però volevo dirti che sei davvero brava a scrivere, wow mi ha colpito molto la frase "il cuore batteva talmente veloce da sembrare fermo". Sembra quasi il testo di una scrittrice quando hai questi momenti di paura prova a sfogarti scrivendo, proprio come hai fatto ieri, perché fai del bene a te stessa e ne fai anche agli altri che adorano leggerti.
Spero comunque che ora tu stia meglio
Una cagny con l'espressione di sasso
Bau!
Bau!
Commento #2
scritto da Mary04
il 20/01/2017 alle 13:46
Clauu
Grazie per le belle parole che mi hai detto!
La scrittura è sempre stata una mia grande passione, e come hai detto tu è pure un motivo di sfogo personale davvero potente
Prometto che scriverò blog molto spesso
Ti ADORO
Grazie per le belle parole che mi hai detto!
La scrittura è sempre stata una mia grande passione, e come hai detto tu è pure un motivo di sfogo personale davvero potente
Prometto che scriverò blog molto spesso
Ti ADORO
"Vale la pena vivere solo per le cose per le quali vale la pena anche morire" -Lorenzo Jovanotti
Commento #3
scritto da Julia
il 20/01/2017 alle 18:19
Oh Mary, quanto mi dispiace
Dev'essere stata un'esperienza terribile; spero tanto che, se si ripeta, sia molto meno forte e che tu non la senta, perchè non te la meriti
Ti voglio bene
Dev'essere stata un'esperienza terribile; spero tanto che, se si ripeta, sia molto meno forte e che tu non la senta, perchè non te la meriti
Ti voglio bene
~Things we lose have a way of coming back to us in the end, if not always in the way we expect~
Commento #4
scritto da Mary04
il 20/01/2017 alle 20:22
Julietta mia, se non ci foste voi!!!
vi voglio bene,grazie per il conforto. spero anche io vivamente che ciò non accada,poiché è già più della quinta volta
vi voglio bene,grazie per il conforto. spero anche io vivamente che ciò non accada,poiché è già più della quinta volta
"Vale la pena vivere solo per le cose per le quali vale la pena anche morire" -Lorenzo Jovanotti
Commento #5
scritto da Eva2003
il 23/01/2017 alle 20:00
Mary sono molto triste per te e mi dispiace tantissimo appena ho saputo del terremoto in tv e a scuola mi è venuto da piangere ero tantissimo in pensiero, quando sono tornata a casa ho subito cercato di avere notizie tremavo dall'ansia della paura,
sono felice che almeno tu stia bene e che abbia avuto vicino il tuo amico Lorenzo che ti ha abbracciata è un gesto di nobile cuore è stato un vero amico!
Ti sono vicina e ti mando un abbraccio forte forte, ti auguro il meglio!
Ti voglio tantissimo bene.
sono felice che almeno tu stia bene e che abbia avuto vicino il tuo amico Lorenzo che ti ha abbracciata è un gesto di nobile cuore è stato un vero amico!
Ti sono vicina e ti mando un abbraccio forte forte, ti auguro il meglio!
Ti voglio tantissimo bene.
La collezionista di sorrisi.
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