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Fuori luogo.
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 04/10/2016 alle 23:07
Incredibilmente scrivo su questo blog, incredibilmente mi abbandono all'anonimato perchè non voglio avere un volto già nella mia vita in cui però sono costretta ad averlo, se su internet posso non avere volto, mi fa piacere che sia così.
Non so bene cosa scrivere, quindi mi abbandono ai miei pensieri e li scrivo di getto, speriamo ne esca qualcosa di sensato.
Ecco come mi sento, fuori luogo. Non trovo un angolo del mondo in cui nascondermi e ritenerlo mio, il mio posto nel mondo.
E' comune alla mia età, e per la mia maturità. Non ho mai avuto la presunzione di ritenermi matura, ma all'evidenza della quotidianità non posso non ammetterlo. Mi guardo in giro, sia fra i banchi di scuola che sul pullman, che semplicemente per le vie della mia città. Una città di cenere. Spazzata via da una società che intrappola tutti in un vortice senza uscita di lotta interiore.
Le compagne di scuola che tanto bramavo come amiche, non sono altro che bambine, a cui importa un visualizzato sui social che un abbraccio o una parola dolce e sincera.
I ragazzi non serve che ve lo spieghi, le loro fisse verso il corpo femminile avranno mai fine? Non credo, ma tantomeno ne sono interessata.
Ammetto che avrei voluto essere una ragazza come le altre, avrei voluto essere come loro per trovare in quelle ragazze un apparente amicizia solo per uscire insieme e farsi fare le foto fighe, come loro dicono.
Mi sembra quasi sbagliato a sedici anni rinchiudersi in se stessi perchè la società non mi rispecchia e non soddisfa i miei bisogni, quello di cui io ho bisogno non può esistere.
E allora imparo a bastarmi da sola, ad abbracciarmi da sola e a leccarmi da sola le mie ferite.
Stupido pensare che ci sia qualcuno come me, che è stufo della società e di se stesso, ma non lo faccia solo per fare l'alternativo e attirare attenzione.
Credono sia figo sentirsi così, odiare il mondo fino a credere che lui ci odi, mentre io vedo solo il baratro come orizzonte a questo schifo.
Non credo proprio che sia figo sentirsi così, e non so per quale motivo la gente si ostini a pensarlo.
Sono solo pensieri, domani è un altro odioso giorno.
E io che sono in trappola, che è l'unica cosa che mi mette al pari agli altri, come ne posso uscire?
Vi saluto, scusate la morbosità, avevo bisogno di ciò. A presto.
Non so bene cosa scrivere, quindi mi abbandono ai miei pensieri e li scrivo di getto, speriamo ne esca qualcosa di sensato.
Ecco come mi sento, fuori luogo. Non trovo un angolo del mondo in cui nascondermi e ritenerlo mio, il mio posto nel mondo.
E' comune alla mia età, e per la mia maturità. Non ho mai avuto la presunzione di ritenermi matura, ma all'evidenza della quotidianità non posso non ammetterlo. Mi guardo in giro, sia fra i banchi di scuola che sul pullman, che semplicemente per le vie della mia città. Una città di cenere. Spazzata via da una società che intrappola tutti in un vortice senza uscita di lotta interiore.
Le compagne di scuola che tanto bramavo come amiche, non sono altro che bambine, a cui importa un visualizzato sui social che un abbraccio o una parola dolce e sincera.
I ragazzi non serve che ve lo spieghi, le loro fisse verso il corpo femminile avranno mai fine? Non credo, ma tantomeno ne sono interessata.
Ammetto che avrei voluto essere una ragazza come le altre, avrei voluto essere come loro per trovare in quelle ragazze un apparente amicizia solo per uscire insieme e farsi fare le foto fighe, come loro dicono.
Mi sembra quasi sbagliato a sedici anni rinchiudersi in se stessi perchè la società non mi rispecchia e non soddisfa i miei bisogni, quello di cui io ho bisogno non può esistere.
E allora imparo a bastarmi da sola, ad abbracciarmi da sola e a leccarmi da sola le mie ferite.
Stupido pensare che ci sia qualcuno come me, che è stufo della società e di se stesso, ma non lo faccia solo per fare l'alternativo e attirare attenzione.
Credono sia figo sentirsi così, odiare il mondo fino a credere che lui ci odi, mentre io vedo solo il baratro come orizzonte a questo schifo.
Non credo proprio che sia figo sentirsi così, e non so per quale motivo la gente si ostini a pensarlo.
Sono solo pensieri, domani è un altro odioso giorno.
E io che sono in trappola, che è l'unica cosa che mi mette al pari agli altri, come ne posso uscire?
Vi saluto, scusate la morbosità, avevo bisogno di ciò. A presto.
Commenti
Commento #1
scritto da CaGnoLoSha
il 06/10/2016 alle 20:44
Anche io spesso mi sento così, mi sento così dalla seconda media e questa sensazione continua ogni giorno della mia vita. Prima non ne facevo un problema così grande, non mi interessava, ma l'anno scorso ho iniziato a guardarmi attorno, partendo dalla mia classe, e lì mi sono resa conto che io ho effettivamente qualcosa di leggermente diverso dagli altri, eppure non mi è mai importato poi così tanto... Ho iniziato a notare che tutti si vestivano nello stesso modo, e io mi sentivo praticamente un'aliena. Vedevo che le altre ragazze iniziavano ad usare il trucco, e io lo odiavo profondamente (lo odio tutt'ora, non so nemmeno io il perché, ma non mi piace per niente); vedevo che erano tutti gli stessi e facevano le stesse cose e io non ci capivo niente :pasqua:
Poi ho capito che le persone non sono stupide o immature, cattive o altro solo perché amano seguire la massa: sono semplicemente insicuri, e hanno un'opinione tutta loro riguardo la vita. C'è una mia compagna con cui ho discusso spesso su questo argomento: lei pensa che tutti debbano cambiare e vestirsi come fanno tutti gli altri, altrimenti non saranno mai accettati realmente (e dov'è il problema? Chi sono gli altri per doverci accettare per forza?), io dico che cambiare non significa diventare qualcun altro ma significa diventare sé stessi, e dietro tutti quei suoi falsi sorrisi e quei chili di trucco vedo in realtà tanta insicurezza... e a me questo non sembra affatto un "godersi la vita perché si vive una volta sola e blablabla", mi sembra più che altro un "fingiamo di essere felici perché gli altri devono vedere quanto siamo felici e quanto viviamo bene"
Tu devi amarti a prescindere, che tu preferisca essere te stessa o essere come gli altri (che non significa per forza seguire la massa o essere insicuri, ci sono rare persone a cui piace davvero vestirsi in un certo modo e non significa che si vestano in un modo solo perché lo fanno tutti) devi volerti bene ugualmente. Quando imparerai ad amarti, riuscirai a sentirti bene anche andando in giro con un sacco di spazzatura in testa, tutti ti guarderanno male ma a te non importerà nulla, e non ti interesserà neanche di tutti quegli adolescenti che ti considerano "diversa".
Alla fine siamo solo tutti piccoli esserini stupidi che un giorno saranno destinati a svanire e secondo me rovinarsi le giornate solo perché non piacciamo a qualcuno è inutile.
Prova ad accettarti, e vedrai che inizierai a sentirti sempre meno fuori luogo, perché troverai il tuo angolo in questo mondo: te stessa (e anche il gomitolo)
Poi ho capito che le persone non sono stupide o immature, cattive o altro solo perché amano seguire la massa: sono semplicemente insicuri, e hanno un'opinione tutta loro riguardo la vita. C'è una mia compagna con cui ho discusso spesso su questo argomento: lei pensa che tutti debbano cambiare e vestirsi come fanno tutti gli altri, altrimenti non saranno mai accettati realmente (e dov'è il problema? Chi sono gli altri per doverci accettare per forza?), io dico che cambiare non significa diventare qualcun altro ma significa diventare sé stessi, e dietro tutti quei suoi falsi sorrisi e quei chili di trucco vedo in realtà tanta insicurezza... e a me questo non sembra affatto un "godersi la vita perché si vive una volta sola e blablabla", mi sembra più che altro un "fingiamo di essere felici perché gli altri devono vedere quanto siamo felici e quanto viviamo bene"
Tu devi amarti a prescindere, che tu preferisca essere te stessa o essere come gli altri (che non significa per forza seguire la massa o essere insicuri, ci sono rare persone a cui piace davvero vestirsi in un certo modo e non significa che si vestano in un modo solo perché lo fanno tutti) devi volerti bene ugualmente. Quando imparerai ad amarti, riuscirai a sentirti bene anche andando in giro con un sacco di spazzatura in testa, tutti ti guarderanno male ma a te non importerà nulla, e non ti interesserà neanche di tutti quegli adolescenti che ti considerano "diversa".
Alla fine siamo solo tutti piccoli esserini stupidi che un giorno saranno destinati a svanire e secondo me rovinarsi le giornate solo perché non piacciamo a qualcuno è inutile.
Prova ad accettarti, e vedrai che inizierai a sentirti sempre meno fuori luogo, perché troverai il tuo angolo in questo mondo: te stessa (e anche il gomitolo)
Una cagny con l'espressione di sasso :pasqua:
Bau!
Bau!
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