Traduzioni frasi latino
#9401
Il 30/12/2016 Niccky2206 di 14 anni ha scritto:
Ciao buongiorno e auguri 🎉 Io sto in 1º superiore adesso sto facendo i compiti delle vacanze di latino il problema è che non riesco a tradurre delle frasi c'è almeno ci ho provato ma non hanno senso le frasi sono queste :
-Athletics victoria datur (data la vittoria agli atleti)
-ancilla dominae aquam dat (serva del signore da l'acqua)
-domina bona,amarsi ab ancilla ( padrone buono, amaro da serva)
-filiis inurbanis venia praebetur a matrona (i figli maleducati offrono persona alla matrona )
-ancillae matronae filiae longam comam ornant rosis
-agricolarum filiae pretiosas tunicas non habent,sed laetae sunt
Le ultime due non l'ho capite grazie in anticipo per il vostro aiuto ❤
La mia risposta:
Ciao Niccky,
provo ad aiutarti.
Purtroppo mi sono diplomata al classico molti anni fa e non ho con me il dizionario di latino nè i libri di grammatica. Quindi spero di ricordarmi tutto.
1. La frase corretta è Athletis victoria datur (non esiste athletics)
Questa frase è piuttosto semplice. Cerca di concentrarti: come può essere che victoria (prima declinazione, caso nominativo) che è il soggetto della frase si trova dopo il verbo come fosse un complemento?
Inoltre il verbo "datur" non è un participio da tradurre come "data", bensì è la forma passiva, indicativo presente, terza persona singolare del verbo "do" (dare).
Infatti la desinenza è datUR non datUS!
Quindi innanzitutto mettiamo in ordine i componenti della frase.
(soggetto) La vittoria (verbo) viene data (complemento di termine) agli atleti.
Athletis è ovviamente il dativo plurale del sostantivo athleta, athletae, prima declinazione come rosa, rosae.
Poiché c'è un verbo come "do" che regge il dativo, è ovvio che in questo caso sia un complemento di termine.
L'esempio tipico è "do tibi librum" dò un libro a te" "ti dò un libro"
Adesso che abbiamo analizzato correttamente la grammatica possiamo tradurre in maniera meno didattica e più raffinata.
"La vittoria viene assegnata ai campioni" controlla sul dizionario se sotto athleta c'è anche il significato di campione
2. Ancilla dominae aquam dat
Stai attenta. Il sostantivo non è dominus, domini che vuol dire signore ed è della II declinazione. Qui il sostantivo è domina, dominae cioè padrona I declinazione!
Ancilla è corretto; è il nominativo quindi è il nostro soggetto che infatti è concordato con il verbo terza persona singolare indicativo presente "dat".
Ti consiglio però di non tradurre come "serva"; nell'antica roma c'erano gli schiavi o al massimo le ancelle cioè delle schiave che conducevano una vita migliore nelle case dei padroni.
"La schiava dà l'acqua (aquam è l'accusativo singolare quindi complemento oggetto) alla padrona (dominae è il dativo di domina)"
Ricordati che quando c'è un verbo come do, c'è quasi sempre un dativo proprio perché si costruisce così in latino. E' quindi il solito complemento di termine!
Per una traduzione più raffinata, io scriverei "L'ancella porge l'acqua alla (sua) padrona"
3. Sei sicura di averla scritta correttamente?
4. Filiis inurbanis venia praebetur a matrona
Allora il verbo è praebetur da praebeo alla terza persona singolare, indicativo presente, forma PASSIVA. Quindi non puoi tradurlo come offrono bensì "viene offerto"!
Il soggetto della frase è VENIA non filiis inurbanis!
Venia, veniae è un sostantivo della I declinazione; è in caso nominativo, quindi è il soggetto.
Lo possiamo tradurre come "perdono".
A matrona è il complemento d'agente costruito con a, ab + ablativo (matrona, matronae è della I declinazione) ed è abbastanza ovvio visto che c'è un verbo passivo!!! Quindi non puoi tradurre alla matrona come fosse un dativo, ma DALLA matrona!
Filiis inurbanis invece è al caso dativo plurale in quanto deriva da filius, filii II declinazione e l'aggettivo inurbanus, inurbani che è della I classe e quindi segue la II declinazione. Inoltre il verbo praebeo regge come il verbo do il dativo.
La traduzione quindi, mettendo in ordine tutti gli elementi analizzati, è: "Il perdono viene concesso/offerto ai figli maleducati dalla matrona"
5. ancillae matronae filiae longam comam ornant rosis
Il soggetto è ancillae che deriva da ancilla,ancillae I declinazione; è il nominativo plurale "le schiave" "Le ancelle".
Poi abbiamo ornant che è il verbo alla terza persona plurale, indicativo presente, forma ATTIVA dal verbo orno che significa abbellire, ornare.
A questo punto vediamo che vicino al verbo c'è il complemento oggetto comam che significa chioma e deriva da coma, comae sostantivo della I declinazione.
A questo punto possiamo già tradurre "Le ancelle ornano la chioma"; la domanda che sorge spontanea ora è la chioma... di chi? e vediamo che prima del complemento oggetto c'è matronae filiae che è un genitivo proprio perché ci serve un complemento di specificazione che ci specifica di chi è la chioma.
Matronae filiae lo traduciamo semplicemente della figlia della matrona.
Infine abbiamo dopo il verbo ornant "rosis". In questo caso abbiamo un ablativo plurale che io tradurrei come complemento di mezzo: con che cosa ornano la chioma? con le rose.
Quindi la traduzione è "Le ancelle/schiave abbelliscono/ornano la lunga chioma della figlia della matrona (o padrona se preferisci) con delle rose"
6. Agricolarum filiae pretiosas tunicas non habent,sed laetae sunt
Il soggetto della frase è filiae, nominativo plurale da filia, filiae I declinazione. Come vedi prima del nominativo c'è un genitivo plurale di agricola, agricolae I declinazione che vuol dire "contadino". Questo genitivo è il complemento di specificazione: le figlie, di chi? dei contadini.
Poi abbiamo il verbo non habent, che è il verbo habeo (avere) coniugato alla terza persona plurale, indicativo presente. Il soggetto, ripeto, sono "le figlie dei contadini".
A questo punto ci chiediamo: non hanno, che cosa? Ed ecco che c'è il complemento oggetto "pretiosas tunicas" che è un accusativo plurale I declinazione che traduciamo come "tuniche" (un tipico capo di abbigliamento romano) seguito dall'aggettivo pretiosus della I classe che traduciamo come "di grand valore, costoso".
Quindi: "Le figlie dei contadini non possiedono (non hanno) tuniche di grand valore/costose"
Facciamo l'altro pezzo.
Sed è la congiunzione avversativa "ma". Poi abbiamo il verbo essere sunt terza persona plurare, indicativo presente che è copula in quanto è seguito da un aggettivo laetus di I classe che significa "felici, appagate, soddisfatte".
Quindi l'intera frase si traduce cosi: le figlie dei contadini non possiedono tuniche costose, ma sono felici.
Allora cara niccky, mi rendo conto che hai delle difficoltà nel tradurre soprattutto delle lacune grammaticali. Ci sono degli errori molto gravi come non riconoscere e non saper tradurre un verbo alla forma passiva, oppure non individuare il giusto soggetto...
Ti consiglio di riprendere in mano la grammatica passo per passo per cercare di recuperare le conoscenze, perché altrimenti più andrai avanti e più sarai in difficoltà.
Ti rendi conto anche tu che non riesci ad affrontare frasi un pochino più "ricche". Questo perché fai ancora fatica con le frasi più semplici.
Non ti preoccupare, il latino è difficile per tutti. Devi solo armarti di pazienza e tanta volontà e cercare di imparare bene la grammatica e sopratutto fare tanto esercizio per consolidare le nozioni. Più frasi farai, più brava diventerai. Abbiamo fatto tutti così.
Se ti serve ancora una mano sai dove trovarmi.
Ciao e buone feste!
provo ad aiutarti.
Purtroppo mi sono diplomata al classico molti anni fa e non ho con me il dizionario di latino nè i libri di grammatica. Quindi spero di ricordarmi tutto.
1. La frase corretta è Athletis victoria datur (non esiste athletics)
Questa frase è piuttosto semplice. Cerca di concentrarti: come può essere che victoria (prima declinazione, caso nominativo) che è il soggetto della frase si trova dopo il verbo come fosse un complemento?
Inoltre il verbo "datur" non è un participio da tradurre come "data", bensì è la forma passiva, indicativo presente, terza persona singolare del verbo "do" (dare).
Infatti la desinenza è datUR non datUS!
Quindi innanzitutto mettiamo in ordine i componenti della frase.
(soggetto) La vittoria (verbo) viene data (complemento di termine) agli atleti.
Athletis è ovviamente il dativo plurale del sostantivo athleta, athletae, prima declinazione come rosa, rosae.
Poiché c'è un verbo come "do" che regge il dativo, è ovvio che in questo caso sia un complemento di termine.
L'esempio tipico è "do tibi librum" dò un libro a te" "ti dò un libro"
Adesso che abbiamo analizzato correttamente la grammatica possiamo tradurre in maniera meno didattica e più raffinata.
"La vittoria viene assegnata ai campioni" controlla sul dizionario se sotto athleta c'è anche il significato di campione
2. Ancilla dominae aquam dat
Stai attenta. Il sostantivo non è dominus, domini che vuol dire signore ed è della II declinazione. Qui il sostantivo è domina, dominae cioè padrona I declinazione!
Ancilla è corretto; è il nominativo quindi è il nostro soggetto che infatti è concordato con il verbo terza persona singolare indicativo presente "dat".
Ti consiglio però di non tradurre come "serva"; nell'antica roma c'erano gli schiavi o al massimo le ancelle cioè delle schiave che conducevano una vita migliore nelle case dei padroni.
"La schiava dà l'acqua (aquam è l'accusativo singolare quindi complemento oggetto) alla padrona (dominae è il dativo di domina)"
Ricordati che quando c'è un verbo come do, c'è quasi sempre un dativo proprio perché si costruisce così in latino. E' quindi il solito complemento di termine!
Per una traduzione più raffinata, io scriverei "L'ancella porge l'acqua alla (sua) padrona"
3. Sei sicura di averla scritta correttamente?
4. Filiis inurbanis venia praebetur a matrona
Allora il verbo è praebetur da praebeo alla terza persona singolare, indicativo presente, forma PASSIVA. Quindi non puoi tradurlo come offrono bensì "viene offerto"!
Il soggetto della frase è VENIA non filiis inurbanis!
Venia, veniae è un sostantivo della I declinazione; è in caso nominativo, quindi è il soggetto.
Lo possiamo tradurre come "perdono".
A matrona è il complemento d'agente costruito con a, ab + ablativo (matrona, matronae è della I declinazione) ed è abbastanza ovvio visto che c'è un verbo passivo!!! Quindi non puoi tradurre alla matrona come fosse un dativo, ma DALLA matrona!
Filiis inurbanis invece è al caso dativo plurale in quanto deriva da filius, filii II declinazione e l'aggettivo inurbanus, inurbani che è della I classe e quindi segue la II declinazione. Inoltre il verbo praebeo regge come il verbo do il dativo.
La traduzione quindi, mettendo in ordine tutti gli elementi analizzati, è: "Il perdono viene concesso/offerto ai figli maleducati dalla matrona"
5. ancillae matronae filiae longam comam ornant rosis
Il soggetto è ancillae che deriva da ancilla,ancillae I declinazione; è il nominativo plurale "le schiave" "Le ancelle".
Poi abbiamo ornant che è il verbo alla terza persona plurale, indicativo presente, forma ATTIVA dal verbo orno che significa abbellire, ornare.
A questo punto vediamo che vicino al verbo c'è il complemento oggetto comam che significa chioma e deriva da coma, comae sostantivo della I declinazione.
A questo punto possiamo già tradurre "Le ancelle ornano la chioma"; la domanda che sorge spontanea ora è la chioma... di chi? e vediamo che prima del complemento oggetto c'è matronae filiae che è un genitivo proprio perché ci serve un complemento di specificazione che ci specifica di chi è la chioma.
Matronae filiae lo traduciamo semplicemente della figlia della matrona.
Infine abbiamo dopo il verbo ornant "rosis". In questo caso abbiamo un ablativo plurale che io tradurrei come complemento di mezzo: con che cosa ornano la chioma? con le rose.
Quindi la traduzione è "Le ancelle/schiave abbelliscono/ornano la lunga chioma della figlia della matrona (o padrona se preferisci) con delle rose"
6. Agricolarum filiae pretiosas tunicas non habent,sed laetae sunt
Il soggetto della frase è filiae, nominativo plurale da filia, filiae I declinazione. Come vedi prima del nominativo c'è un genitivo plurale di agricola, agricolae I declinazione che vuol dire "contadino". Questo genitivo è il complemento di specificazione: le figlie, di chi? dei contadini.
Poi abbiamo il verbo non habent, che è il verbo habeo (avere) coniugato alla terza persona plurale, indicativo presente. Il soggetto, ripeto, sono "le figlie dei contadini".
A questo punto ci chiediamo: non hanno, che cosa? Ed ecco che c'è il complemento oggetto "pretiosas tunicas" che è un accusativo plurale I declinazione che traduciamo come "tuniche" (un tipico capo di abbigliamento romano) seguito dall'aggettivo pretiosus della I classe che traduciamo come "di grand valore, costoso".
Quindi: "Le figlie dei contadini non possiedono (non hanno) tuniche di grand valore/costose"
Facciamo l'altro pezzo.
Sed è la congiunzione avversativa "ma". Poi abbiamo il verbo essere sunt terza persona plurare, indicativo presente che è copula in quanto è seguito da un aggettivo laetus di I classe che significa "felici, appagate, soddisfatte".
Quindi l'intera frase si traduce cosi: le figlie dei contadini non possiedono tuniche costose, ma sono felici.
Allora cara niccky, mi rendo conto che hai delle difficoltà nel tradurre soprattutto delle lacune grammaticali. Ci sono degli errori molto gravi come non riconoscere e non saper tradurre un verbo alla forma passiva, oppure non individuare il giusto soggetto...
Ti consiglio di riprendere in mano la grammatica passo per passo per cercare di recuperare le conoscenze, perché altrimenti più andrai avanti e più sarai in difficoltà.
Ti rendi conto anche tu che non riesci ad affrontare frasi un pochino più "ricche". Questo perché fai ancora fatica con le frasi più semplici.
Non ti preoccupare, il latino è difficile per tutti. Devi solo armarti di pazienza e tanta volontà e cercare di imparare bene la grammatica e sopratutto fare tanto esercizio per consolidare le nozioni. Più frasi farai, più brava diventerai. Abbiamo fatto tutti così.
Se ti serve ancora una mano sai dove trovarmi.
Ciao e buone feste!
Fogny
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