E' vero che al liceo si studia molto e poi non ti rimane niente?
#8798
Il 09/10/2016 Mauro di 11 anni ha scritto:
Grazie Fogny sei stata esaustiva fino al punto giusto. Ad ogni modo quella domanda domanda sulla nonciclopedia era nata dal fatto che mia sorella Marissa visto che è in terza media sta cercando e selezionando i vari istituti superiori. Specialmente stavamo guardando informazioni verso i licei e sono apparsi questi siti. Non sai che imbarazzanti cose hanno scritto. Ma dimmi visto che mi preoccupo molto per mia sorella non è che mi lasceresti dei link riguardanti l'orientamento sulla scuola superiore. Volevo anche sapere, forse magari un giorno mi servirà ,se dato la comicitá verso i licei (nonciclopedia) era solo sarcasmo puro o se invece i licei fanno molto studiare e alla fine usciti gli studenti non hanno in mano niente. Spero di essermi spiegato bene grazieLa mia risposta:
Ciao Mauro,
innanzitutto scusami se ti rispondo così tardi ma tra università e lavoro sono stata molto impegnata.
Per quanto riguarda l'orientamento circa la scelta della scuola superiore, ti lascio il link all'articolo che ho scritto per il Gomitolo al riguardo:
https://www.ilgomitolo.net/spazio_lettura/scuola/come_scegliere_la_scuola_superiore/
All'interno dell'articolo stesso, troverai a destra altri link utili.
Per altri consigli, dì a tua sorella che può scrivermi/ci quando vuole :)
Andiamo alla domanda che mi preme di più. Tu mi chiedi se alla fine degli studi liceali, rimane realmente qualcosa a livello di conoscenza oppure no.
E' una domanda che in realtà si estende anche all'ambito universitario, tant'è che molto spesso mi viene chiesto 'ma te che stai studiando cinque anni di Farmacia, cosa realmente ti senti di aver imparato in tutto questo tempo?' 'ma finita l'università pensi ti ricorderai qualcosa?!?'
E' anche questo un discorso complesso, ma cerco di darti una risposta esauriente.
Io penso che il sistema scolastico italiano in generale (quindi non solo per i licei e l'università) abbia molti problemi e debolezze da colmare.
Purtroppo ancora troppo spesso nelle scuole si ha un tipo di studio teorico, basato sulle 'parole del prof' e quindi si studiano i propri appunti per ripetere al prof quello che vuole sentirsi dire; spesso poi durante le lezioni non c'è una interazione alunno-prof, non c'è una tendenza critica, uno spirito di partecipazione.
Mi succede anche all'università che i miei colleghi siano lì preoccupati a prendere gli appunti perché dopo devono ripetere quello che il prof ha detto, piuttosto che preoccuparsi di fare domande, interagire, impostare un dialogo critico.
In Italia siamo ancora impostati sul concetto 'ipse dixit' e cioè 'ah beh se l'ha detto lui è così e basta quindi non facciamo domande e impariamo a pappagallo'.
Questi sono sicuramente dei limiti importanti. Però la colpa non è solo degli insegnanti, ma anche di noi studenti che ci poniamo in questo modo di fronte al percorso scolastico. Si fanno poche domande, si cerca di approfondire poco, non si dà una propria interpretazione, non si cerca di farsi un proprio pensiero su ciò che ci viene spiegato; si assimila quello che si studia come vuole il professore pensando solo al fatto che bisogna prendere un bel voto e basta.
E' questo il problema ed è questo il motivo per cui ad alcuni capita di studiare cinque anni e alla fine ritrovarsi con un niente. Ovvero non si è avuto il processo di metabolizzazione dei contenuti, ma una mera assimilazione di nozioni su nozioni...
Noncliclopedia per me non fa testo in quanto come hai ben capito la reputo pessima. Probabilmente il sarcasmo riguardo ai licei non è così infondato, sono onesta, ma come ti ho detto riguarda anche la scuola media e l'università a questo punto. Però, cerca anche di usare la tua logica e il buon senso: pensi davvero che dopo cinque anni di studio 'matto e disperato', non ti rimanga NIENTE in mano?
La risposta alla domanda dipende da come si è affrontato il percorso di studio.
Come ti ho già detto sopra, ci sono persone che vanno a scuola tanto per, imparano quello che interessa a prof, lo ripetono per prendere bei voti e finisce lì.
Poi ci sono invece le persone che vanno a scuola si impegnano, cercano di studiare per loro cultura generale, perché rimanga loro un bagaglio culturale. Quindi non imparano a memoria le cose, ma cercano di capire, di razionalizzare, di assimilare i contenuti e farli propri. Perché in fondo il problema è questo, studiare 'oggettivamente' degli argomenti e poi internalizzarli (cioè renderli propri, avere una propria padronanza dei concetti) secondo il proprio modo di essere.
Io ti posso assicurare che dopo cinque anni di liceo classico durante il quale ho letteralmente buttato il sangue, mi è rimasto moltissimo.
Ti dico cosa mi porto dietro non per presunzione, ma per darti un'idea empirica secondo la mia esperienza.
Un metodo di studio che adesso mi sta permettendo di proseguire con una facoltà difficile come farmacia; le ossa necessarie per affrontare un colloquio orale, per poter scrivere in maniera dignitosa e rigorosa quando per esempio devi presentare una lettera di presentazione a una azienda o devi occuparti della burocrazia e mandare e-mail a persone importanti o anche solo per una relazione in laboratorio.
Inoltre ho maturato un senso critico di fronte ad esempio alle notizie dei telegiornali, quando leggo degli articoli sui giornali o anche solo quando le persone mi parlano... Non è per presunzione, ma so capire le sfumature, distinguere l'oratoria da discorso onesto.
Inoltre ho imparato molto sui rapporti umani, su come prendere le persone, su come tirare da loro il meglio di sè, su come gestire le relazioni anche quando ci sono ostilità e rivalità; ho sviluppato un certo 'sensore da psicologo' se vogliamo così definirlo.
Insomma, mi è rimasto molto che mi serve nella vita di tutti i giorni. Ovviamente io penso che la scuola superiore ti faccia crescere secondo la persona che sei e tiri fuori da te le potenzialità che sono ancora silenti.
Per quanto riguarda il programma liceale, anche di questo mi è rimasto molto.
Io ancora oggi riesco a rispondere in rubrica a domande perfino di matematica (sebbene abbia fatto un liceo classico) ed è una soddisfazione vedere che mi ricordo almeno a grandi linee come si risolve una disequazione o anche solo le proprietà delle potenze;
inoltre quando mi si chiedono collegamenti per una tesina, riesco ancora a ripescare nella memoria molte cose svolte a scuola.
Insomma, per quanto mi riguarda non è vero che non ti rimane nulla dopo il liceo, anzi...
A me è rimasto davvero tanto e molte volte vorrei poter tornare indietro per studiare ancora materie come greco, latino, filosofia...
E' questa la magia secondo me della scuola, quando davvero questa è efficace. Ti lascia quella curiosità, quella fame di sapere, quella voglia di saperne sempre di piu, di approfondire ed esplorare certi campi.
Io studiavo tutto il giorno, finivo spesso dopo mezzanotte; non so neanche come sia riuscita a stare tante ore sui libri durante il liceo. E' vero, forse è esagerato. Però se davvero ti piacciono le materie, non è vero che non ti rimane niente. E' impossibile.
E' vero però che ci sono alcuni casi di studi mnemonici e nozionistici che dopo aver dato l'interrogazione, non ti ricordi quasi nulla.
Io ho dovuto imparare la rivoluzione francese con il giorno, il mese e l'anno di ogni evento. Dico davvero... dovevo sapere che tipo oggi 14 ottobre 2016 è successo questo e quello.
Alla fine dell'interrogazione me ne ricordavo qualcuna, ma non tutte. Questo problema accade anche all'università dopo degli esami osceni dove devi imparare cose a memoria che dopo non ritrovi più e che quindi inevitabilmente ti dimenticherai.
Ti assicuro però che anche quelle studiate a memoria, impossibili, inutili e prive di senso mi sono servite.
Se adesso sono in grado di ricordare la struttura chimica di un farmaco è anche grazie a quello sforzo mentale.
Però come ti sto cercando di far capire, questi problemi non ci sono solo al liceo, ma nelle scuole in genere.
Insomma, concludendo, io penso che tutto dipenda da come impronti il tuo rapporto con la scuola e come ti poni di fronte lo studio.
Ti faccio un altro esempio; io ho dovuto imparare la grammatica delle lingue classiche, intere tabelle da sapere a memoria su verbi, articoli, nomi a causa delle declinazioni e altre cose.
Ti posso dire che ancora oggi mi ricordo molte cose per esempio i verbi irregolari, come si declina l'articolo greco e così via... Questo perché comunque dietro c'è stata una passione per le materie e perché se una cosa la studi seriamente è impossibile non ricordarsi niente.
Magari non mi ricordo piu tutte le date di storia, ma quando gioco a quizduello per esempio so orientarmi bene riguardo gli avvenimenti del passato e so comunque intuire quando potrebbe essere successa; magari non mi ricordo più nel dettaglio come si traduce un testo latino e greco, ma se riprendo in mano la grammatica un attimo o una traduzione già fatta riesco già a orientarmi. Magari non mi ricordo più perfettamente il pensiero di tutti i filosofi studiati, ma credimi che ce ne sono alcuni che mi sono entrati nel cuore e che ancora oggi vado a leggere, approfondire e ricercare.
Io ritengo che sia che tu faccia una scuola tecnica, sia che tu faccia un liceo, sia che tu faccia l'università quello che impari è direttamente proporzionale al tuo reale interesse, al tuo impegno e al tuo buon senso.
Io ho studiato per me stessa, per avere in futuro delle basi solide, per accrescere le mie conoscenze e non sentirmi 'vuota'; non ho studiato per il voto o per ingraziarmi il professore o altro.
Ad oggi ti posso dire che ringrazio molto il percorso di studio che ho fatto perché mi ha reso una persona migliore nonostante i limiti e i problemi intrinsechi al sistema scolastico italiano e relativamente ai professori che spesso sono quel che sono.
Adesso mi chiedono 'dopo cinque anni di farmacia cosa ti ricordera?' beh, ecco. Onestamente il problema di avere in mano poco e niente è più dell'università in quanto si fanno troppi studi teorici e poche cose che poi ti servono nella pratica della professione. Però, anche in questo caso, dipende da come hai preparato gli esami e dal tuo reale interesse.
Spero di averti dato una buona risposta e scusa per essere stata prolissa. Come vedi dal liceo classico non ho appreso la capacità di sintesi :P
Ciao!
innanzitutto scusami se ti rispondo così tardi ma tra università e lavoro sono stata molto impegnata.
Per quanto riguarda l'orientamento circa la scelta della scuola superiore, ti lascio il link all'articolo che ho scritto per il Gomitolo al riguardo:
https://www.ilgomitolo.net/spazio_lettura/scuola/come_scegliere_la_scuola_superiore/
All'interno dell'articolo stesso, troverai a destra altri link utili.
Per altri consigli, dì a tua sorella che può scrivermi/ci quando vuole :)
Andiamo alla domanda che mi preme di più. Tu mi chiedi se alla fine degli studi liceali, rimane realmente qualcosa a livello di conoscenza oppure no.
E' una domanda che in realtà si estende anche all'ambito universitario, tant'è che molto spesso mi viene chiesto 'ma te che stai studiando cinque anni di Farmacia, cosa realmente ti senti di aver imparato in tutto questo tempo?' 'ma finita l'università pensi ti ricorderai qualcosa?!?'
E' anche questo un discorso complesso, ma cerco di darti una risposta esauriente.
Io penso che il sistema scolastico italiano in generale (quindi non solo per i licei e l'università) abbia molti problemi e debolezze da colmare.
Purtroppo ancora troppo spesso nelle scuole si ha un tipo di studio teorico, basato sulle 'parole del prof' e quindi si studiano i propri appunti per ripetere al prof quello che vuole sentirsi dire; spesso poi durante le lezioni non c'è una interazione alunno-prof, non c'è una tendenza critica, uno spirito di partecipazione.
Mi succede anche all'università che i miei colleghi siano lì preoccupati a prendere gli appunti perché dopo devono ripetere quello che il prof ha detto, piuttosto che preoccuparsi di fare domande, interagire, impostare un dialogo critico.
In Italia siamo ancora impostati sul concetto 'ipse dixit' e cioè 'ah beh se l'ha detto lui è così e basta quindi non facciamo domande e impariamo a pappagallo'.
Questi sono sicuramente dei limiti importanti. Però la colpa non è solo degli insegnanti, ma anche di noi studenti che ci poniamo in questo modo di fronte al percorso scolastico. Si fanno poche domande, si cerca di approfondire poco, non si dà una propria interpretazione, non si cerca di farsi un proprio pensiero su ciò che ci viene spiegato; si assimila quello che si studia come vuole il professore pensando solo al fatto che bisogna prendere un bel voto e basta.
E' questo il problema ed è questo il motivo per cui ad alcuni capita di studiare cinque anni e alla fine ritrovarsi con un niente. Ovvero non si è avuto il processo di metabolizzazione dei contenuti, ma una mera assimilazione di nozioni su nozioni...
Noncliclopedia per me non fa testo in quanto come hai ben capito la reputo pessima. Probabilmente il sarcasmo riguardo ai licei non è così infondato, sono onesta, ma come ti ho detto riguarda anche la scuola media e l'università a questo punto. Però, cerca anche di usare la tua logica e il buon senso: pensi davvero che dopo cinque anni di studio 'matto e disperato', non ti rimanga NIENTE in mano?
La risposta alla domanda dipende da come si è affrontato il percorso di studio.
Come ti ho già detto sopra, ci sono persone che vanno a scuola tanto per, imparano quello che interessa a prof, lo ripetono per prendere bei voti e finisce lì.
Poi ci sono invece le persone che vanno a scuola si impegnano, cercano di studiare per loro cultura generale, perché rimanga loro un bagaglio culturale. Quindi non imparano a memoria le cose, ma cercano di capire, di razionalizzare, di assimilare i contenuti e farli propri. Perché in fondo il problema è questo, studiare 'oggettivamente' degli argomenti e poi internalizzarli (cioè renderli propri, avere una propria padronanza dei concetti) secondo il proprio modo di essere.
Io ti posso assicurare che dopo cinque anni di liceo classico durante il quale ho letteralmente buttato il sangue, mi è rimasto moltissimo.
Ti dico cosa mi porto dietro non per presunzione, ma per darti un'idea empirica secondo la mia esperienza.
Un metodo di studio che adesso mi sta permettendo di proseguire con una facoltà difficile come farmacia; le ossa necessarie per affrontare un colloquio orale, per poter scrivere in maniera dignitosa e rigorosa quando per esempio devi presentare una lettera di presentazione a una azienda o devi occuparti della burocrazia e mandare e-mail a persone importanti o anche solo per una relazione in laboratorio.
Inoltre ho maturato un senso critico di fronte ad esempio alle notizie dei telegiornali, quando leggo degli articoli sui giornali o anche solo quando le persone mi parlano... Non è per presunzione, ma so capire le sfumature, distinguere l'oratoria da discorso onesto.
Inoltre ho imparato molto sui rapporti umani, su come prendere le persone, su come tirare da loro il meglio di sè, su come gestire le relazioni anche quando ci sono ostilità e rivalità; ho sviluppato un certo 'sensore da psicologo' se vogliamo così definirlo.
Insomma, mi è rimasto molto che mi serve nella vita di tutti i giorni. Ovviamente io penso che la scuola superiore ti faccia crescere secondo la persona che sei e tiri fuori da te le potenzialità che sono ancora silenti.
Per quanto riguarda il programma liceale, anche di questo mi è rimasto molto.
Io ancora oggi riesco a rispondere in rubrica a domande perfino di matematica (sebbene abbia fatto un liceo classico) ed è una soddisfazione vedere che mi ricordo almeno a grandi linee come si risolve una disequazione o anche solo le proprietà delle potenze;
inoltre quando mi si chiedono collegamenti per una tesina, riesco ancora a ripescare nella memoria molte cose svolte a scuola.
Insomma, per quanto mi riguarda non è vero che non ti rimane nulla dopo il liceo, anzi...
A me è rimasto davvero tanto e molte volte vorrei poter tornare indietro per studiare ancora materie come greco, latino, filosofia...
E' questa la magia secondo me della scuola, quando davvero questa è efficace. Ti lascia quella curiosità, quella fame di sapere, quella voglia di saperne sempre di piu, di approfondire ed esplorare certi campi.
Io studiavo tutto il giorno, finivo spesso dopo mezzanotte; non so neanche come sia riuscita a stare tante ore sui libri durante il liceo. E' vero, forse è esagerato. Però se davvero ti piacciono le materie, non è vero che non ti rimane niente. E' impossibile.
E' vero però che ci sono alcuni casi di studi mnemonici e nozionistici che dopo aver dato l'interrogazione, non ti ricordi quasi nulla.
Io ho dovuto imparare la rivoluzione francese con il giorno, il mese e l'anno di ogni evento. Dico davvero... dovevo sapere che tipo oggi 14 ottobre 2016 è successo questo e quello.
Alla fine dell'interrogazione me ne ricordavo qualcuna, ma non tutte. Questo problema accade anche all'università dopo degli esami osceni dove devi imparare cose a memoria che dopo non ritrovi più e che quindi inevitabilmente ti dimenticherai.
Ti assicuro però che anche quelle studiate a memoria, impossibili, inutili e prive di senso mi sono servite.
Se adesso sono in grado di ricordare la struttura chimica di un farmaco è anche grazie a quello sforzo mentale.
Però come ti sto cercando di far capire, questi problemi non ci sono solo al liceo, ma nelle scuole in genere.
Insomma, concludendo, io penso che tutto dipenda da come impronti il tuo rapporto con la scuola e come ti poni di fronte lo studio.
Ti faccio un altro esempio; io ho dovuto imparare la grammatica delle lingue classiche, intere tabelle da sapere a memoria su verbi, articoli, nomi a causa delle declinazioni e altre cose.
Ti posso dire che ancora oggi mi ricordo molte cose per esempio i verbi irregolari, come si declina l'articolo greco e così via... Questo perché comunque dietro c'è stata una passione per le materie e perché se una cosa la studi seriamente è impossibile non ricordarsi niente.
Magari non mi ricordo piu tutte le date di storia, ma quando gioco a quizduello per esempio so orientarmi bene riguardo gli avvenimenti del passato e so comunque intuire quando potrebbe essere successa; magari non mi ricordo più nel dettaglio come si traduce un testo latino e greco, ma se riprendo in mano la grammatica un attimo o una traduzione già fatta riesco già a orientarmi. Magari non mi ricordo più perfettamente il pensiero di tutti i filosofi studiati, ma credimi che ce ne sono alcuni che mi sono entrati nel cuore e che ancora oggi vado a leggere, approfondire e ricercare.
Io ritengo che sia che tu faccia una scuola tecnica, sia che tu faccia un liceo, sia che tu faccia l'università quello che impari è direttamente proporzionale al tuo reale interesse, al tuo impegno e al tuo buon senso.
Io ho studiato per me stessa, per avere in futuro delle basi solide, per accrescere le mie conoscenze e non sentirmi 'vuota'; non ho studiato per il voto o per ingraziarmi il professore o altro.
Ad oggi ti posso dire che ringrazio molto il percorso di studio che ho fatto perché mi ha reso una persona migliore nonostante i limiti e i problemi intrinsechi al sistema scolastico italiano e relativamente ai professori che spesso sono quel che sono.
Adesso mi chiedono 'dopo cinque anni di farmacia cosa ti ricordera?' beh, ecco. Onestamente il problema di avere in mano poco e niente è più dell'università in quanto si fanno troppi studi teorici e poche cose che poi ti servono nella pratica della professione. Però, anche in questo caso, dipende da come hai preparato gli esami e dal tuo reale interesse.
Spero di averti dato una buona risposta e scusa per essere stata prolissa. Come vedi dal liceo classico non ho appreso la capacità di sintesi :P
Ciao!
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