Domanda
#4996
Il 19/06/2015 Ceci.o2 di 13 anni ha scritto:
Ciao Corin, Sono ancora qui a scriverti. Tesina sul silenzio. Francese. Scrivere un breve commento sulla poesia L'albatro di Baudelaire , non mi è stato facile . Grazie ai tuoi consigli sono arrivata a questo : Il poeta, scrive Baudelaire, è come l'albatro: le sue grandi ali lo rendono regale nel cielo ma sono proprio quelle grandi ali che lo rendono goffo e impacciato nel muoversi a terra. Il poeta, con il linguaggio della sua poesia e con i suoi simbolismi, vola in alto e ha il dominio della realtà fantastica e dei sentimenti, ma nella realtà quotidiana si sente impacciato e goffo. Esattamente come accade all'albatro, resta nel silenzio ricevendo solo,l'incomprensione e il disprezzo (la derisione) degli uomini. Silenzio = incomprensione di un linguaggio.. Che ne dici? E' abbastanza sintetico e chiaro? Ho pochissimo tempo per esporre tutte le materie.... Pensavo di leggere la poesia in francese e poi ,sempre in francese , il commento. AIUTINO ... ancora .... Se ti sembra ok, c'è qualcuno tra di voi per la traduzione in francese? Temo di non tradurre correttamente e fino all orale non riesco a contattare la mia professoressa.... Grazie , grazieLa mia risposta:
Ciao!
Si, a me piace molto il tuo commento, penso tu abbia centrato ciò che volevo dire. L'unica cosa, nel punto finale in cui scrivi "silenzio = incomprensione del linguaggio", ecco, io qui più che di incomprensione del linguaggio, parlerei di un 'linguaggio silenzioso'. Nel senso; Baudelaire non resta nel silenzio. Se vi fosse restato non avrebbe scritto; ma scrive ermeticamente, come se le sue poesie non avessero destinatari ai quali deve arrivare un determinato messaggio, ma quasi si trattasse di un dialogo con sé stesso attuato attraverso la scrittura. E' per questo che nei poeti simbolisti, in Baudelaire ma ancor più in Mallarmé, il linguaggio scritto diventa un equivalente del silenzio, ma di un silenzio esistenziale e non tecnico; il poeta parla attraverso la scrittura, ma è come se non lo facesse perché sa di essere destinato a restare incompreso. E' chiaro?
Quindi, modificherei giusto la parte finale, togliendo il "resta nel silenzio" e esponendo questo concetto del linguaggio silenzioso; per il resto, ripeto, mi pare tu abbia afferrato molto bene la questione di cui ti avevo parlato.
Purtroppo per la traduzione francese non possiamo aiutarti, nessuna di noi lo studia, ma puoi usare il dizionario e il Google traduttore..
Fammi sapere se hai bisogno di ulteriori chiarimenti.
A presto!
Si, a me piace molto il tuo commento, penso tu abbia centrato ciò che volevo dire. L'unica cosa, nel punto finale in cui scrivi "silenzio = incomprensione del linguaggio", ecco, io qui più che di incomprensione del linguaggio, parlerei di un 'linguaggio silenzioso'. Nel senso; Baudelaire non resta nel silenzio. Se vi fosse restato non avrebbe scritto; ma scrive ermeticamente, come se le sue poesie non avessero destinatari ai quali deve arrivare un determinato messaggio, ma quasi si trattasse di un dialogo con sé stesso attuato attraverso la scrittura. E' per questo che nei poeti simbolisti, in Baudelaire ma ancor più in Mallarmé, il linguaggio scritto diventa un equivalente del silenzio, ma di un silenzio esistenziale e non tecnico; il poeta parla attraverso la scrittura, ma è come se non lo facesse perché sa di essere destinato a restare incompreso. E' chiaro?
Quindi, modificherei giusto la parte finale, togliendo il "resta nel silenzio" e esponendo questo concetto del linguaggio silenzioso; per il resto, ripeto, mi pare tu abbia afferrato molto bene la questione di cui ti avevo parlato.
Purtroppo per la traduzione francese non possiamo aiutarti, nessuna di noi lo studia, ma puoi usare il dizionario e il Google traduttore..
Fammi sapere se hai bisogno di ulteriori chiarimenti.
A presto!
Corin
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#terzamediatesinaedesami
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