L'intelligenza
#3307
Il 10/01/2015 adabel di 56 anni ha scritto:
chi puo essere consifertoup intelligebueQuesta domanda fa riferimento a una richiesta precedente - domande collegate
La mia risposta:
Attenzione: questa risposta è stata inserita molto tempo fa, quindi i siti esterni indicati potrebbero non essere più validi.
Ciao!
Questa è una domanda complicata... Non esiste una definizione precisa di intelligenza, perché questa caratteristica racchiude una serie di altre qualità, più o meno soggettive.
Sul 'che cos'è l'intelligenza' sono state imbastite le più svariate discussioni filosofiche e sociologiche (di grande portata il problema 'se ci si nasce o ci si diventa'); io mi limiterò ad arrivare ad un'idea riduttiva di questo concetto analizzandone l'etimologia.
Intelligenza deriva dal latino 'intellegere', composto a sua volta da 'intus + lego' che significa 'leggere dentro'; oppure da 'inter + legere', nel senso di 'raccogliere, scegliere': pertanto, con questo termine, si indicano quelle capacità psichiche proprie dell'uomo che gli permettono di dare una forma mentale agli innumerevoli dati che vengono percepiti sensorialmente a partire dalla realtà esterna. Da qui l'idea del leggere dentro la realtà, il concetto della comprensione. Quindi, come vedi, il significato etimologico del termine è diverso da quello comunemente diffuso.
Ti riporto la definizione di 'intelletto', da Wikipedia: "genericamente può essere definito come la facoltà della mente umana di intendere, concepire pensieri, elaborare concetti e formulare giudizi". Definizione che non ha nulla a che fare con l'idea del bravo scolaro studioso a cui spesso si attribuisce l'intelligenza; perciò, il concetto di intelligenza viene molto spesso associato in filosofia all'intuizione (di cui parla Bergson, ad esempio); una facoltà dunque che si manifesta intuitivamente e non è frutto di macchinazioni mentali.
Più di questo non so dirti, perché si tratta di un argomento vastissimo, per il quale bisognerebbe analizzare il concetto di intelletto sin dalle origini; da quando cioè, Anassagora, antico filosofo, rifacendosi al "nous" greco e dando al termine 'intelligenza' un significato 'religioso', la identificò con la forza ordinatrice, fino ad arrivare ad Aristotele e, molto successivamente, a Kant e poi, ancora, agli ultimi filosofi o altri studiosi di sociologia e psicologia contemporanei che, forti peraltro dei progressi scientifici, si son potuti avvicinare ad una defizione forse più precisa di questo concetto.
Quindi, insomma, per parlare più concretamente: io non saprei quando definire una persona intelligente. Personalmente distinguo l'intelligenza dalla cultura e dalla conoscenza e anche io vedo il lampo dell'intelligenza là dove c'è l'intuizione; quando dunque un determinato dato viene percepito e poi elaborato e compreso in modo intuitivo e svelto. Ma questa è solo una cosa che mi capita nel quotidiano, poi non so... E' davvero un problema complesso.
Se può interessarti, ti consiglio questa pagina:
http://www.treccani.it/enciclopedia/intelletto_(Dizionario-di-filosofia)/
approfondendo, se ti interessa, gli argomenti citati dalla Treccani.
Spero di esserti stata utile, a presto!
Questa è una domanda complicata... Non esiste una definizione precisa di intelligenza, perché questa caratteristica racchiude una serie di altre qualità, più o meno soggettive.
Sul 'che cos'è l'intelligenza' sono state imbastite le più svariate discussioni filosofiche e sociologiche (di grande portata il problema 'se ci si nasce o ci si diventa'); io mi limiterò ad arrivare ad un'idea riduttiva di questo concetto analizzandone l'etimologia.
Intelligenza deriva dal latino 'intellegere', composto a sua volta da 'intus + lego' che significa 'leggere dentro'; oppure da 'inter + legere', nel senso di 'raccogliere, scegliere': pertanto, con questo termine, si indicano quelle capacità psichiche proprie dell'uomo che gli permettono di dare una forma mentale agli innumerevoli dati che vengono percepiti sensorialmente a partire dalla realtà esterna. Da qui l'idea del leggere dentro la realtà, il concetto della comprensione. Quindi, come vedi, il significato etimologico del termine è diverso da quello comunemente diffuso.
Ti riporto la definizione di 'intelletto', da Wikipedia: "genericamente può essere definito come la facoltà della mente umana di intendere, concepire pensieri, elaborare concetti e formulare giudizi". Definizione che non ha nulla a che fare con l'idea del bravo scolaro studioso a cui spesso si attribuisce l'intelligenza; perciò, il concetto di intelligenza viene molto spesso associato in filosofia all'intuizione (di cui parla Bergson, ad esempio); una facoltà dunque che si manifesta intuitivamente e non è frutto di macchinazioni mentali.
Più di questo non so dirti, perché si tratta di un argomento vastissimo, per il quale bisognerebbe analizzare il concetto di intelletto sin dalle origini; da quando cioè, Anassagora, antico filosofo, rifacendosi al "nous" greco e dando al termine 'intelligenza' un significato 'religioso', la identificò con la forza ordinatrice, fino ad arrivare ad Aristotele e, molto successivamente, a Kant e poi, ancora, agli ultimi filosofi o altri studiosi di sociologia e psicologia contemporanei che, forti peraltro dei progressi scientifici, si son potuti avvicinare ad una defizione forse più precisa di questo concetto.
Quindi, insomma, per parlare più concretamente: io non saprei quando definire una persona intelligente. Personalmente distinguo l'intelligenza dalla cultura e dalla conoscenza e anche io vedo il lampo dell'intelligenza là dove c'è l'intuizione; quando dunque un determinato dato viene percepito e poi elaborato e compreso in modo intuitivo e svelto. Ma questa è solo una cosa che mi capita nel quotidiano, poi non so... E' davvero un problema complesso.
Se può interessarti, ti consiglio questa pagina:
http://www.treccani.it/enciclopedia/intelletto_(Dizionario-di-filosofia)/
approfondendo, se ti interessa, gli argomenti citati dalla Treccani.
Spero di esserti stata utile, a presto!
Corin
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