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Ieri sono venuta a sapere che il mio prof di scienze del biennio, è mancato. 
È stato davvero un colpo basso, per me come per chiunque altro alunno l’avesse mai incontrato.
 È stato un prof speciale, di persone come lui ce ne sono poche.
 Le sue ore erano adorate da tutti, aveva un modo di insegnare, forse strano, ma davvero efficace. Con lui non si aveva timore a dire “non ho capito”, perché avrebbe rispiegato le cose all’infinito, pur di farci capire a tutti. 
Le sue lezioni erano divertentissime. Quando toglieva il permesso di parlare a mie compagne per un mese perché dicevano stupidaggini, tutte quelle R prese perché parlavamo, le domandine ogni mattina, che era l’unico modo per farci studiare con continuità, quelle S di stupidata quando appunto, ne sparavamo una, e che quando le comunicava ai genitori ai colloqui ridevano pure loro. 
Aveva la battuta sempre pronta.
 Era un uomo grandioso, oltre che ad un professore grandioso. 
Ci raccontava spesso quanto odiasse il sistema scolastico moderno, non era una persona convenzionale, se aveva qualcosa da dire, la diceva.
 Mi ricorderò sempre le scene con quel dannato mappamondo in prima, per farci capire i moti dei pianeti e della Terra attorno al Sole, tutte le battaglie con chimica, che per farcela capire doveva ridursi a paragonare i composti ad una ricetta per torte e gli atomi a farina e uova. 
Averla persa come professore quest’anno è stata una perdita per tutti, nonostante la professoressa che ho adesso sia grandiosa, ma lei era speciale, speciale davvero. E soprattutto, adesso, è una perdita ancora più grande averla persa come persona. 
Ha avuto un gran coraggio nell’affrontare la sua malattia, mi ha colpito il fatto che ad ottobre sia andato a Canterbury con le mie compagne nonostante sapesse già di avere quel tumore al cervello, solo perché gliel’aveva promesso. E probabilmente se l’era promesso anche a se stesso. Quando erano là però, non è andato a Londra perché stava troppo male, e non appena ieri le mie compagne mi hanno detto questa cosa, mi si è stretto il cuore. 
Ha affrontato la malattia nel modo più coraggioso possibile, provando ad avere una vita normale per quel poco che gli restava. 
Non so se io al suo posto ci sarei riuscita.
 Lei era davvero uno dei pochi professori che teneva a noi come persone, e non come numeri sul registro, che lavora per passione di insegnare e non solo per ricevere lo stipendio a fine mese.
 Non la dimenticheremo mai, può starne certo.

Un abbraccio ed un pensiero alla sua famiglia, che hanno perso un grande padre e marito, che se ne è andato troppo presto, soprattutto alle figlie, e alla piccolina, che ha la mia età, e frequenta proprio la mia scuola.
"O time! thou must untangle this, not I;  
It is too hard a knot for me to untie!" - W. Shakespeare, Twelfth Night
29/12/2014 13:42 - rispondi


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