Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Le avventure di Sofia

Una nuova amica

capitolo 2 - 31/1/2014

Racconto scritto da Laura

Sofia si voltò di scatto trattenendo il fiato.
Chi poteva aver urlato?

La ragazzina cercò di far abituare gli occhi al buio della notte quando intravide una figura stesa sull'erba.
Aveva un lungo mantello sebbene fosse estate.
Ormai Sofia aveva capito benissimo chi era.
E chi l'avrebbe mai detto che parlasse nel sonno?
Si vede che stava sognando di qualcuno che entrava nel campo.
Senza permesso.
Magari di notte, mentre dormiva.
Oh no.
Non poteva essere vero.
Ormai i sogni del guardiano si materializzavano davanti agli occhi di Sofia.
Sofia capì che non le avrebbe dato tregua.
Sarebbero stati nemici.

Sofia presa dal panico ebbe la tentazione di scappare e cominciò a correre e correre facendo appello a tutto il suo coraggio e a tutta la forza nelle sue gambe. A un certo punto sentì la solita sensazione fresca nella tasca.
La ics le si materializzò nuovamente davanti al viso e Sofia si fermò di colpo.
-Sofia... Sofia... Sei venuta qui... venuta qui per... per una ragione... la cattleya... la cattleya...
E detto questo la ics si congedò.

Sofia cercò di ignorare la paura che cresceva dentro di lei e cominciò a ragionare.
-La ics ha ragione, sono venuta qui per un motivo. Devo prendere la cattleya. La ics non ha specificato dov...
-Chiamami Ics... chiamami Ics...
Per la prima volta la ics aveva parlato dalla tasca, infatti il suono era arrivato all'orecchio di Sofia piuttosto confuso e mormorato.
-Okay, okay... Ics ha ragione, sono qui per un motivo, devo prendere la cattleya. Purtroppo Ics non ha specificato dove sia! Dovrò cercarla da sola...

Si guardò intorno. Dove poteva trovarsi la cattleya?

Sofia, allarmata, cercava di scrutare nel buio...
Sinceramente non sapeva benissimo come fosse fatta la cattleya, quando l'aveva disegnata non pensava nemmeno che fosse quel tipo di fiore, pensava solo che fosse "un bel fiore".

Finalmente intravide dei riflessi lilla-violetti, e subito capì che era la cattleya!
Quale altro fiore si trovava solo in quel prato e lei prima di quella sera non conosceva?

Ora però doveva capire dove si trovasse...
La vedeva sopra la sagoma nera, il nemico... però ora che osservava bene, una parte dello stelo era coperta... come se lo tenesse in mano.

Come fare?

Ormai si cominciavano ad intravedere i primi riflessi rosati-arancioni del sole: a Sofia rimaneva poco tempo!
Sofia si frugò in tasca sperando di trovare qualcosa che la potesse aiutare, ma trovò solo un piccolo boomerang che aveva da quando a sette anni l'aveva trovato nell'uovo di Pasqua e una gomma da masticare appiccicosa. In un attimo Sofia si illuminò e pensò che se si fosse trovata in un cartone animato le sarebbe apparsa una lampadina accesa sopra il capo.
Veloce come un lampo attaccò la gomma da masticare appiccicosa al mini-boomerang e prese la mira. Si disse: O adesso o mai più.
Ripetendo quella frase Sofia scagliò il boomerang. Se non avesse funzionato non avrebbe avuto scampo, anzi probabilmente avrebbe "attivato il pericolo".

Sofia sentiva il cuore battere a mille.
Sentì una leggera e soffocata risatina e un secondo dopo il boomerang atterrò nell'erba accanto a lei.

Sofia osservò il boomerang e riconobbe immediatamente il familiare riflesso lilla-violetto.
Si precipitò a prendere la cattleya.
-Ahahahaha! Ehi, ehi, calma, non potevi prendermi con più delicatezza?
La cattleya continuava a ridere come una pazza...
-Beh, ma a me piace da morire la sensazione del vuoto nello stelo! Ahahahahaha! Hai fatto proprio bene!

Sofia si concentrò e domandò:
-Ics mi ha detto di prenderti. Cosa mi devi dire?
La cattleya smise d'un tratto di ridere e si fece seria.
-Sei in pericolo. Sono in pericolo. Siamo in pericolo. Tutto il mondo è in pericolo!

A quell'esclamazione Sofia sentì che il suo cuore aveva mancato un battito.
Si fece coraggio.
Sperò di essere solo in un sogno, di essersi immaginata tutto questo a scuola ed essere semplicemente addormentata in camera sua. Provò a darsi un pizzicotto ma quando riaprì gli occhi era ancora nel campo.

-Come tutto il mondo è in pericolo? Che è successo? Perché avete chiamato proprio me?
Quest'ultima domanda la pensò ma non la disse ad alta voce per timore di offendere e deludere la Ics e la cattleya.

-Cosa devo fare?- chiese infine con la testa che le girava per le troppe novità negative.
-Solo tu puoi salvare la Terra, Sofia. Ti spiegheremo passo per passo cosa fare, resteremo sempre con te - rispose seria la cattleya.

Mentre parlavano, davano la schiena alla persona stesa sull'erba.
A un certo punto sentirono il rumore di passi sull'erba, man mano più forte.
A Sofia battva forte il cuore.
Voltò di scatto la testa.
-Chi sei?- domandò più tranquilla.
-S... sono Ilaria...- rispose una bimba piccola piccola.
-Che ci fai qui, Ilaria?- domandò Sofia.
-L... la mamma mi voleva far mangiare gli spinaci e... e... e io non li volevo e... e... e sono scappata di casa.- fu la risposta di Ilaria.
-M... ma ora ho tanto freddo!- aggiunse tremante, sul punto di piangere.

Sofia subito le offrì la propria giacca chiara poiché sudava dalle notizie ricevute e non le serviva e avvicinò Ilaria a sé come avrebbe fatto una mamma. La bimba si riscaldò e abbracciò la magra gamba di Sofia.

Sofia decise che quella missione era veramente complessa e importante anche per lei sola, e non sarebbe riuscita a trascinarsi dietro una bimba dai gusti difficili. Così aprì la bocca per annunciare dolcemente a Ilaria che l'avrebbe riportata indietro, ma appena aprì la bocca per farlo sentì un formicolio e la sensazione fresca sulla parte della gamba in cui stava la Ics, dentro la tasca dei jeans. Come se avesse potuto leggerle nel pensiero.
Sentì per la prima volta Ics che parlava solo a lei, infatti la voce non la sentiva provenire dalla tasca dei jeans ma da "dentro di sé". La sentiva risuonare solo nella sua testa e nessun altro poteva sentirla, ne era sicura.
-Sofia... Sofia... prendila... prenderemo tutti... tutti possono... servire... non... sarà... di... alcun... impiccio...
Sofia sospirò e poi fece una domanda alla bimba.
-Come si chiama mamma, Ilaria?
-Ti...Tiziana- rispose Ilaria mezza addormentata.
Sofia capì che la piccola aveva sonno e dopo essersi accorta di una cosa si sentì gelare il sangue nelle vene: era quasi mattina! Il sole era abbastanza alto! Dovevano assolutamente scappare prima che si svegliasse la persona che dormiva nell'erba!
Il problema era che la bimba si era addormentata accoccolata sulla gamba di Sofia... ma non c'era più tempo...

La persona stesa sull'erba si mosse nel sonno, proprio come fa chi, addormentato, sta per svegliarsi.

Sofia velocemente prese in braccio Ilaria e cominciò a correre.
Correva, correva, correva.
Già, continuava a correre.
Ma dove sarebbe andata?
Lei correva, ma presto le si sarebbe presentato un problema...

Correndo correndo, era uscita dal prato ed era arrivata davanti alla scuola, all'albero che si affacciava sul campo misterioso.
Intanto Ilaria si era svegliata e non aveva più sonno.
Sofia, più velocemente che poté, lasciò la bimba visto che ormai era sveglia e si arrampicò sull'albero.
Ah, ora era in cima, era salva!
Nessuno l'avrebbe vista, nascosta com'era dai rami e dalle foglie, ne era sicura!
Sarebbe scesa appena avesse visto la strada libera.
Decise di restare sull'albero per un po', tanto stava comoda!
Nessuno le poteva vietare di accoccolarsi sola sola nell'incavo di un ramo dell'albero, con Ics in tasca e la cattleya in mano.
Nessuno! c'erano solo loro tre!
Che bella cosa!
Ora era felice di essere stata scelta per fare la missione.

-...Un momento. Sono sicura che non è tutto a posto, c'è qualcosa che manca, o di strano, o di sbagliato...

Automaticamente Sofia si guardò attorno.
Niente di strano. La scuola, l'alberello lì vicino, il campo misterioso, il sole alto nel cielo, il cespuglio di more, Ilaria, la parte di strada con la ghiaia più dura (l'aveva sperimentato quando un giorno aveva scordato le scarpe nello spogliatoio della ginnastica), il palo dell'elettricità dove stavano sempre gli uccellini e infatti c'era una gazza, la panchina, il cancello di legno...
A un certo punto lo sguardo di Sofia si bloccò e ritornò indietro, a Ilaria, che era rimasta giù col labbro tremulo. Sofia subito scese e aiutò la bimba a salire, indicandole i posti dove poggiare i piedini e tirandola su dalle mani.

Presto furono tutte e due al riparo, nascoste dai rami e le foglie dell'albero.
Sofia si assopì, stanca per le fatiche di quella notte ma venne svegliata poco dopo da una campanella squillante che non finiva mai. Sofia subito riemerse dal mondo dei sogni, così come Ilaria, e si ricordò di una cosa di cui si era completamente scordata: la scuola. E stavano sull'albero nel cortile della scuola!

Naturalmente non sarebbe andata a scuola, pensò. Sarebbe rimasta lì tutta la mattina o magari sarebbe scesa quando la strada fosse stata libera.

Era immersa in questi pensieri quando ad un tratto si ricordò di una cosa; si voltò verso il campo misterioso. La persona stesa sull'erba non c'era più.
Ormai tutte le classi stavano entrando nell'edificio ma ben presto si distinse una persona ancora fuorientrata. Avanzava decisa verso l'albero che nascondeva Sofia con Ics, la cattleya e Ilaria.
Ti tengo d'occhio, Sofia!- gridò Prugna, e tornò indietro per entrare a scuola.

-Ho fame, ho fame!- piagnucolò Ilaria.
Ma Sofia che cosa poteva farle mangiare?
A questo non aveva ancora pensato: con tutte queste novità lei aveva perso l'appetito.
Ma, a quanto pare, Ilaria no.

-Mh... ti piacciono le fragole?- domandò Sofia, mentre con gli occhi già cercava una piantina di fragole.
-No- fu la secca risposta di Ilaria.
-Ah, già...- Sofia si era ricordata che Ilaria aveva gusti abbastanza difficili. Cercò con lo sguardo qualcosa che potesse sfamare una bimba. Passò lo sguardo sul bar della scuola, velocemente.

Ilaria guardò dove puntavano gli occhi di Sofia che si erano improvvisamente fermati e...
-Voglio quella! Voglio quella! Quella merendina là! Compramela, Sofi!
Sofia non aveva soldi e d'altronde solo gli alunni regolarmente a scuola potevano entrare e comprare...

Come fare?
Sofia si guardò intorno. La strada era deserta. Piano piano scese, portando con sé anche Ilaria. Camminarono silenziosamente fino ad arrivare alla finestra che c'era nella stanza del bar. Subito vi si accovacciarono sotto.
Sofia si alzò molto lentamente fino a riuscire a vedere dentro: c'era il ragazzo che gestiva il bar, appoggiato al bancone col cellulare in mano, che dava loro le spalle. Ogni tanto passavano altri ragazzi fuori dalla porta.
Lo doveva fare.

Sofia si mise in piedi e fece segno a Ilaria di rimanere ferma lì. Appoggiò le mani sul davanzale per scavalcarlo.
Infilò la prima gamba ma si bloccò subito poiché era entrato un ragazzo a prendere una coca-cola. Subito Sofia si chinò in modo che non la potessero vedere. Appena venduta la bibita, il barista riprese a fissare il cellulare.
Sofia infilò nuovamente una gamba nella finestra, e dopo anche l'altra. Rimaneva solo da prendere la merendina. Che si trovava vicino al barista.
Sofia sussurrò a Ilaria:
-Vuoi proprio quella? Non ti va quel pacchetto di palline di cioccolato?
Ilaria si impuntò sulla merendina vicino al ragazzo.

Sofia sospirò e si avvicinò in punta di piedi al ragazzo.
Era una merendina con la bustina di plastica e alluminio, di quelle che appena sfiorate fanno molto rumore.
Il ragazzo aveva anche le cuffie. Sofia ce la poteva fare.
Molto lentamente allungò il braccio verso lo scaffale con quelle merendine. Prese il più silenziosamente possibile la merendina...

Il ragazzo si voltò di scatto.
Sofia fece in tempo a nascondersi sotto un tavolino, col cuore che le batteva a mille.
-YEAH! Amo gestire un bar! - gridò il ragazzo mettendosi scomposto sulla sedia, e prese una birra dal frigorifero, cosa contro le regole per i minori di diciott'anni in quella scuola, ma lui era maggiorenne e poteva.

Sofia sospirò di sollievo. Non l'aveva notata! Stava solo parlando da solo, come a volte la gente fa quando è felice di qualcosa. Come in quel caso.
Sofia aspettò che il ragazzo si girasse, e infatti appena finì la birra lo fece e si rimise le cuffie.

La ragazzina uscì lentamente dal nascondiglio e scavalcò la finestra.
Risalì l'albero assieme a Ilaria e le diede la merendina, sentendosi però molto in colpa per quello che aveva appena fatto: lei non aveva mai rubato in vita sua e nulla giustificava quel gesto!

E adesso cosa succederà?
Lo saprete presto!

Laura

Fra non molto arriverà il terzo capitolo...

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