Fiabe e racconti
Il primo di novembre è Ognisanti, un giorno di festa, e Giulietta
con i suoi 8 anni voleva godersela tutta quanta, cominciando dal dolce
dormire al mattino. Peccato solo che avesse promesso a sua mamma di andare
con lei a portare un fiore sulla tomba del nonno. "Giuly svegliati dai,
faremo tardi.." le diceva sua mamma. Giulietta mugolò qualcosa
e si girò dall'altra parte.
Erano le 7 di mattino e nonostante fosse un giorno di festa, Napoli era
già sveglia e attiva. "Uffy ma è domani la
commemorazione dei morti.." Brontolò Giulietta rigirandosi nel
letto, poi pensò "dai altri 10 minuti e mi alzo".
Ad un certo punto il suono di una sveglia fece sobbalzare Giulietta. Sul comodino davanti a lei c'era una grossa sveglia di rame che trillava in maniera molto fastidiosa. Giulietta rimase un pò attonita e pensò che fosse uno scherzo della sua mamma per convincerla ad alzarsi. Improvvisamente entrò nella stanza una bambina della stessa età di Giulietta che si diresse verso la sveglia spegnendola. La bambina non aveva fatto caso a Giulietta ma appena spenta la sveglia la vide e cominciò a gridare "mamma! mamma! c'è una nel mio lettoooo!!!".
Giulietta era attonita, non capiva cosa stesse succedendo, si guardò attorno e quella che vide non era la sua cameretta. Era tutto diverso... invece dei poster dei suoi cantanti preferiti c'erano vecchi quadri e disegni a matita; al posto dei televisore e dei videogiochi c'era una bambola di pezza tutta sgualcita e al posto del computer c'era solo una piccola scrivania con i quaderni dei compiti!
Dopo un attimo di agitazione la bambina sconosciuta si calmò e guardò Giulietta incuriosita: "che strani vestiti hai, non è mica Carnevale eh" le disse. Giulietta si guardò e non era vestita con suo pigiamino abituale, ma aveva i vestiti che si sarebbe dovuta mettere quel giorno, una felpa bianca di Hello Kitty, dei pantaloni rosa e scarpe Nike Air Classic bianche e rosa.
Non ci trovava niente di strano in questo, piuttosto guardando la bambina, Giulietta notò che era in tono con l'arredamento della stanza, infatti era vestita con un abito a scacchi color crema e marrone con sul petto tre coniglietti, delle calze che sembravano di lana bianche e scarpe laccate nere. "Non capisco cosa succede" disse Giulietta "...il mio nome è Giulietta, ma tutti mi chiamano Giuly, e tu come ti chiami?".
La bambina si fece sorridente e disse "Io mi chiamo Silvia e ho 8 anni". Nel giro di pochi minuti le due divennero amiche e cominciarono a giocare finchè non sentirono suonare le campane. "Che strano..." - disse Silvia - "...è presto per la Messa.". Da fuori si cominciò a sentire un gran trambusto, la gente correva e gridava senza un perché.
La mamma di Silvia che era fuori rientrò di corsa con un braccio un bambino tutto impolverato che piangeva, sembrava quasi che fosse caduto e che la gente l'avesse travolto. Giulietta e Silvia si avvicinarono per vedere cosa stesse succedendo.
Improvvisamente si sentì un'esplosione fortissima, così forte da far scoppiare i vetri della casa. "State lontane dalle finestre!" disse la mamma di Silvia. Poi si rivolse al bimbo " Come ti chiami piccolo, dov'è tua mamma?" e il piccolo piangendo e stropicciandosi gli occhi disse "Federico.. la mamma... è fuori... è di la..." Indicando con il dito una direzione. Un attimo dopo tornò a casa anche il papà di Silvia, accaldato e molto agitato: "Dobbiamo andare via, c'è un rifugio vicino alla chiesa" disse molto preoccupato.
Giulietta e Silvia erano spaventatissime e Federico piangeva senza sosta. "Tu dove abiti?" disse il padre di Silvia a Giulietta e lei rispose guardandosi intorno "Non lo so... non riconosco questo posto..." Mentre lo diceva vide sulla strada una locandina che riportava la data del giorno: Lunedi 1 novembre 1943 e rimase sconvolta.
"Vai alla chiesa..." disse il padre alla madre di Silvia "
io cerco di trovare i loro genitori!" La madre annuì. Silvia
abbracciò Giulietta e le gridò "non voglio che vai
via..."; Giulietta si tirò su la manica destra della felpa. Sul
braccio aveva un braccialetto di nylon con un campanellino e un gattino di
metallo. "Prendi, tienilo finché non ci reincontreremo"
disse a Silvia.
Silvia si mise il braccialetto piangendo come una fontana, mentre la
mamma la strattonava in mezzo alla folla. Il padre di Silvia tentava di
chiedere alla gente se sapessero qualcosa di Giulietta e Federico, ma erano
tutti occupati a cercare un riparo.
Ad un tratto un sibilo e poi un'altra esplosione. Giulietta si svegliò di colpo. Era ancora nel suo letto con la mamma che sorridendo le diceva "Ehi pigrona, è ora di alzarsi". Giulietta si alzò un pò confusa... non riusciva a capire che sogno avesse fatto e le sembrava strano mettersi i vestiti che aveva in sogno.
Finalmente giunta davanti alla tomba del nonno, proprio mentre stava mettendo un fiore nel vaso accanto alla foto, le si avvicinò una vecchina tutta ricurva e con un'espressione simpatica. Arrivata di fronte a Giulietta allungò la mano tremolante porgendole ciò che teneva stretto in mano... Giulietta riconobbe il braccialetto che aveva dato a Silvia, poi guardò la vecchietta che le disse " finalmente sono riuscita a restituirtelo". Le due amiche si abbracciarono e rimasero amiche per molto tempo, perchè lo sono ancora.
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