Fiabe e racconti
Il castello di Orlik
Racconto scritto da Alessia
Ero in vacanza in montagna e dal balcone della nostra camera d'albergo si vedeva qualcosa di minaccioso: sembrava un vecchio castello in rovina su una tetra montagna all'orizzonte.
Provai a chiedere al direttore dell'albergo se sapesse qualcosa ma rispose: "Ragazza,sta lontana da quel castello! Comunque devo andare,ci vediamo a pranzo!!" Poi scappò via con aria terrorizzata.
Provai a chiedere a tutti nell'albergo ma tutti mi rispondevano di stare alla larga da quel castello...
Pensa la notte, ripensa l'altra notte, decisi di andare a vedere per
davvero se tutte quelle frasi erano vere.
Armata di coraggio, di uno zaino con dentro un panino e due bottiglie
d'acqua, partii verso il terrificante castello in rovina.
Feci più di tre chilometri a piedi e ogni tanto mi fermavo a dare
un morso al mio panino e bere un sorso d'acqua.
Tutti quegli sforzi furono ricompensati perché dopo circa un'ora
arrivai al castello in rovina.
Mi fermai a osservare il castello davanti a me.
Con sorpresa notai subito che il ponte levatoio era abbassato come se il
castello mi dicesse di entrare senza problemi.
Dentro di me c'erano due forze: quella che mi diceva di andare avanti e
avere coraggio; e l'altra che mi diceva di tornare indietro perché
non ne sarei uscita tutta intera.
Vinse quella del coraggio,quella dello scoprire se era tutto vero così entrai.
Dentro il castello c'era un silenzio spaventoso interrotto in qualche
momento dallo squittio di un topo o da un sibilo.
Dopo qualche minuto, quando ero lì paralizzata ad ascoltare quei
suoni, il ponte levatoio si chiuse con un cigolio e un botto.
Il cuore batteva forte,le gambe tremavano ma, nonostante tutto, presi tutto
il coraggio che c'era in me e feci qualche passo.
Le pareti del castello erano ricoperte da muffa e muschio. dove avevano
fatto la tana topi e ragni.
Notai improvvisamente una botola; così mi chinai a terra, la aprii e
feci un urlo di terrore che rimbombò: nella botola c'erano due
scheletri.
Il mio urlo svegliò dei pipistrelli che mi volarono addosso.
Dopo essermi liberata dai pipistrelli continuai a camminare tra le
ragnatele che penzolavano dal tetto e dai muri del corridoio.
Tutt'intorno a me c'erano mobili di ogni tipo, con sopra scudi e lance e
altre armi da guerra.
Guardai il soffitto,ma ritirai subito la testa perché pendevano
animali imbalsamati senza testa!!!
Mi dissi "questo posto è spettrale... cosa devo fare? Torno
indietro? Vado avanti?"
Mentre pensavo guardai un muro dove c'era una vetrinetta...sgranai gli
occhi...dentro si stava muovendo qualcosa!!!!
Era una scodella di rame usata presumo per cucinare o per servire la zuppa.
Cominciai a sentire ululati, come quelli dei lupi, ma molto più
tenebrosi,sembravano......FANTASMI!!!!
Urlai perché proprio in quel momento un fantasma mi si avvicino.
Era uno spirito malvagio che svolazzava intorno a me.
Mi guardava e rideva maligno. Non sapevo cosa fare, ero paralizzata.
Mi parlò con fare minaccioso e mi disse: "Sono lo spirito del
principe Orlik che viveva qui dentro oltre trecento anni fa: come osi
profanare il mio castello??"
Non riuscii a dire altro solo a chiedere la sua storia.
Lui cominciò a raccontarmi che un giorno non voleva più i sui
consiglieri,tra cui c'erano anche i suoi due fratelli e che li voleva
uccidere tutti. I suoi fratelli allora scapparono per paura di essere
uccisi dal loro fratello maggiore e ritornarono dopo tre mesi. Lui era
così arrabbiato che li fece rinchiudere nella botola che avevo visto
e li lasciò lì a morire. Mi disse anche che cercava un umano
su cui vendicarsi perché i suoi fratelli non c'erano più.
A quelle parole per un attimo mi si gelò il sangue nelle vene.
Le mie gambe, naturalmente, scapparono di corsa verso il ponte levatoio e
senza esitare le mie braccia azionarono la leva del ponte che
fortunatamente si aprì.
Avevo il fantasma alle spalle, pensavo di non farcela. Un attimo prima che
il fantasma mi raggiungesse ero già fuori e correvo verso l'albergo.
"MAMMA!!! HO SCOPERTO IL SEGRETO DEL CASTELLO E MI BASTA
Ciò CHE HO VISTO!!! FACCIAMO LE VALIGIE,PRESTO!!!"
Detto ciò ci fiondammo alla reception, lasciammo i soldi sul bancone
e andammo in macchina; caricammo le valigie in fretta e furia e mettemmo in
moto la macchina.
Ci fiondammo fuori dal parcheggio.
Sapete perché? Avevo raccontato la storia a mamma e papà!!!
FINE
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