Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Enrichetta e Dondo

capitolo 1

Racconto scritto da Sara

C'era una volta, in un paese lontano lontano un Re che regnava assieme alla Regina su un piccolo paese in cima ad un monte. Questo Re aveva una figlia di nome Enrichetta.

Enrichetta giocava sempre da sola nel grande giardino del palazzo, c'era sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da osservare. C'erano gli uccellini sulla grande quercia, i funghi del boschetto e in fondo in fondo al giardino c'era un laghetto. Enrichetta aveva ricevuto l'ordine di non avvicinarsi mai al laghetto perché se fosse caduta dentro era troppo lontana perché si potessero sentire le sue grida d'aiuto.

I giorni passavano e finalmente arrivò il giorno del suo compleanno, era felicissima perché in quell'occasione così speciale aveva la possibilità di farsi accompagnare al villaggio per andare a prendere il regalo del compleanno e poi andava assieme a mamma e papà in uno stranissimo negozio dove c'era un vecchio signore con una lunghissima barba blu che parlava con i suoi genitori in una lingua strana che lei non riusciva a capire. Questo signore le faceva sempre fare dei disegni con una stranissima matita sembrava quasi una matita magica perché cambiava da sola colore a seconda di quello che Enrichetta stava disegnando in quel momento.

Quell'anno Enrichetta per il suo compleanno aveva ricevuto un aquilone. Era bellissimo, tutto colorato e quando volava sembrava che l'aquilone volasse più in alto del cielo. Era felicissima, usciva a giocare con il suo nuovo aquilone ogni pomeriggio e si divertiva un sacco a farlo volare ogni giorno più in alto.

Un pomeriggio però c'era un vento fortissimo che annunciava l'arrivo di un grosso temporale e la mamma le aveva detto di lasciare a casa l'aquilone perché poteva essere pericoloso e avrebbe potuto perderlo se si fosse spezzato il filo e così fece anche se di controvoglia.

Però non rinunciò ad andare in giardino a giocare anche perché, pensava, sarebbe stato ancora più divertente. Il vento infatti sembrava quasi voler giocare assieme a lei con il pallone. Corri di qua corri di là e si ritrovò senza volerlo vicino al laghetto dove le era stato proibito di andare. Cosa fare?

La curiosità era troppo grande e si avvicinò alla riva, piano piano facendo estrema attenzione a non scivolare. Era bellissimo! C'erano un sacco di pesci colorati d'ogni colore possibile, pesci gialli, rossi a macchie blu e viola! Era uno spettacolo guardare il laghetto!

Il cielo si stava oscurando, il vento stava diventando sempre più forte, Enrichetta pensò che doveva tornare verso casa al più presto, si mise a correre più veloce che poteva verso il castello ma all'improvviso cadde faccia a terra. Cos'era successo?

Cercò di rialzarsi per rimettersi a correre e vide che vicino a lei c'era uno stranissimo animale dal pelo lungo e folto ma di un colore assai strano per essere un cane, era completamente blu!

Lo raccolse con cautela e lo infilò sotto alla giacca a vento poi si rimise a correre a più non posso verso casa. Arrivò appena in tempo, stavano cadendo le prime grosse gocce di pioggia!

Andò di corsa in camera sua sperando di non incontrare nessuno per le scale ma appena messo piede sul primo gradino, la voce del maggiordomo Estor la bloccò: "Signorina, è stata a giocare in giardino fino ad ora? Non avrà preso troppo freddo, tirava un'ariaccia!" "No, Estor non si preoccupi ero ben coperta e non faceva poi così freddo" Corse su per le scale cercando di non far capire ad Estor che aveva qualcosa nascosto sotto alla giacca a vento.

Arrivata in camera finalmente, tirò fuori dal giacchino quell'essere peloso che aveva raccolto in giardino e con il quale aveva avuto un incontro un po' troppo ravvicinato. Lo appoggiò con cura sul letto e iniziò a cambiarsi. Nonostante tutto aveva fatto una grande sudata e se avesse tenuto quei vestiti di certo le sarebbe venuta la febbre.

Appena ebbe finito di rivestirsi notò che l'esserino aveva iniziato timidamente a muoversi, si avvicinò per vedere meglio e per scaldarlo un poco. Restarono così per diversi minuti finché -ciao! - Disse una vocina -io mi chiamo Dondo. Ti ringrazio di avermi raccolto, avrei rischiato grosso se fossi restato da solo nel bel mezzo del temporale.

La piccola Enrichetta quasi cadeva dal letto dallo spavento, da quando gli animali parlavano?
- ma.. ma.. tu parli? Che animale sei?
- non sono un animale, sono un Boncibobo
- Un Boncibobo? Cosa sarebbe un Boncibobo?
- noi Boncibobo siamo degli esseri fantastici, viviamo ovunque ci sia acqua e vegetazione, ci cibiamo di verdura, erba rami e foglie ma l'unica cosa che ci tiene in vita sono i desideri dei bambini e degli adulti. Quando uno di loro pensa o dice una frase tipo: "come mi piacerebbe..." ecco che vicino ad uno di noi Boncibobo compare una piccola sfera come se fosse una caramella e quando la mangiamo diventiamo un po' più grandi e un po' più forti. Ci sono Boncibobo anziani che hanno centinaia di anni, io invece sono ancora un cucciolo, ho solo 6 anni.
- oh che bello! Quindi se io ora dicessi quella frase potrei darti da mangiare e farti crescere?-
- si certo, più o meno però! Non è detto che la caramella tocchi a me! E poi il desiderio deve essere sincero, deve venire direttamente dal cuore!
- capisco! Ma cosa ci facevi in giro per il prato? non vi ho mai visto!
- mi sono perso, stavo seguendo la mia famiglia e mi sono allontanato qualche secondo per cercare delle radici che mi piacciono un sacco e poi li ho persi di vista. Poi sei arrivata tu che quasi quasi mi pestavi ma per fortuna sei solo caduta! E tutto sommato non ci siamo fatti nemmeno troppo male, cosa dici?
- beh, si in effetti ho solamente sporcato i vestiti ma non c'è problema, si lavano! -
- ora sta piovendo a dirotto ma se più tardi smette posso riportarti dalla tua famiglia se vuoi!
- oh sarebbe fantastico ma per ora sono ancora un po' acciaccato, posso restare qui a riposare ancora un poco?
- certamente! Vuoi che vada a vedere se trovo qualcosa da mangiare? Non so cosa, ma magari in cucina potrei avere fortuna
- sarebbe fantastico, grazie! -

Enrichetta uscì e si diresse verso la cucina. Come avrebbe fatto a spiegare a Estor che voleva fare merenda... con la verdura?
Fece le scale, il corridoio, attraversò il salone e arrivò alla porta della cucina. Non c'era nessuno per fortuna.
Si diresse verso il frigorifero e poi nella dispensa.
Prese un sacchetto per mettere dentro la roba e uscì veloce.
Non fece nemmeno in tempo ad attraversare il salone che si imbattè in Estor, - Buongiorno signorina, ha bisogno di qualcosa? Cos'ha in quel sacchetto?
- Nulla di interessante, Estor! Mi è venuto in mente che volevo provare degli esperimenti per la scuola e mi servivano degli ortaggi, posso prenderli vero?
- ma certamente in fin dei conti sono esperimenti per scuola!

Fiuuuu ce l'aveva fatta, era riuscita a non farsi fare troppe domande! Salì di nuovo le scale e tornò in camera. S'era dimenticata che un po' di fame l'aveva pure lei e non aveva preso nulla di buono per lei, solo verdura per Dondo e di certo non aveva nessuna intenzione di fare merenda con l'insalata! Nel frattempo fuori si stava scatenando il finimondo, tuoni lampi e fulmini talmente vicini che più di una volta aveva lanciato un urlo e fatto un salto di 20 centimetri!

Entrò in camera tutta baldanzosa ma Dondo s'era teneramente appisolato vicino al pupazzo di un coniglietto che teneva sempre sul letto. Quindi poggiò il sacchetto per terra e si posizionò con la sua poltroncina tra la finestra e il letto così da poter sorvegliare sia Dondo che il temporale!

Passarono diverse decine di minuti, il temporale diventava sempre più forte e Dondo sembrava aver preso il sonno più pesante della sua vita, quando bussarono alla porta.
- Chetta, posso?-
- certo mamma!
- stavo pensando di mettermi a fare un dolce, non ho ancora pensato a quale perché non so cosa ci sia in cucina, ma ti andrebbe di darmi una mano?

Cosa dire? Non poteva certo lasciare Dondo da solo, e scrivergli un biglietto forse non avrebbe avuto molto senso, sapeva leggere? Di sicuro conosceva alla perfezione la sua lingua ma forse i Boncibobo non scrivevano nemmeno! Come fare? Intanto era meglio guadagnare qualche istante...
- certo mamma, vengo volentieri a darti una mano, prima però dammi 10 minuti che mi è venuto in mente che devo sistemare alcune cose. Vai pure avanti che io arrivo subito!

Non poteva certo svegliare il piccolo Dondo, sarebbe stato troppo crudele, prese allora foglio e matite e fece una piccola vignetta: disegnò lei, sua madre, una freccia verso una immensa torta e poi un'altra freccia e ancora lei ma assieme a Dondo. Probabilmente avrebbe capito, o almeno lo sperava!

Tirò fuori dal sacchetto un po' di tutto quello che aveva recuperato in cucina e lo mise ai piedi del letto così Dondo poteva arrivarci senza dover scendere dal letto, e sopra ci mise la sua bellissima vignetta. Uscì, chiuse bene la porta e raggiunse la mamma in cucina.

La mamma aveva già messo sul tavolo praticamente tutti gli ingredienti: latte, burro, farina, uova, sale, zucchero e il lievito, mancavano solamente gli ingredienti specifici perché non avevano ancora deciso quale dolce preparare.
- eccomi mamma!
- benissimo Chetta, io intanto ho tirato fuori quello che ci servirà di sicuro, ora non ci resta che decidere che torta vogliamo fare!
- che ne dici di una torta al cacao con le mandorle? - Disse Enrichetta e poi aggiunse - E se poi ci mettessimo la tua supercrema al mou diventerebbe ancora più buona!-

Pesa di qua, pesa di là, rompi le uova e prepara l'impasto e passò quasi un'ora. Enrichetta non vedeva l'ora di tornare in camera ma non poteva certo dire che aveva urgenza di andare a fare i compiti, non le avrebbe creduto nessuno!
Finalmente la torta fini nel forno!
-Mamma io torno di sopra!
-Vai vai, tanto mangeremo tra un'oretta!
Enrichetta andò di corsa su per le scale, col fiato corto entrò in camera chiudendo subito la porta cercando di non fare troppo rumore!
-Ciao Dondo ben svegliato! Ti è piaciuta la verdura? E il foglietto lo hai capito? Ero così in ansia ma non potevo allontanarmi, sai, la mamma mi avrebbe fatto mille domande! ah, a te piacciono i dolci? Se vuoi dopo cena provo a prenderne una fetta in più e te la porto! O forse preferisci un po' di crema? la verdura ti è bastata? Hai sete?
-Piano! Piano! Quante domande tutte assieme, non riesco a seguirti! E scoppiarono a ridere entrambi!

Enrichetta nel frattempo si era seduta sul letto e aveva iniziato a mettere via gli avanzi. Cosa sarebbe successo se la mamma avesse visto verdura sul letto? Meglio non doverlo scoprire!
-Tra poco dovrò andare a cena, starò via un bel po', hai bisogno di qualcosa? Hai ancora fame? Poi quando torno vediamo come possiamo farti tornare dalla tua famiglia, ok?
-Ancora troppe domande tutte assieme! rallenta un po'! No, grazie, sono sazio! Oh si, grazie sarebbe fantastico! Si staranno sicuramente preoccupando! A dopo! Vai pure a cena!

Enrichetta uscì e andò verso il salone dove di solito mangiavano e il profumino che usciva dalla cucina le stuzzicò l'appetito anche se non ce n'era troppo bisogno visto che con la scusa di andare a prendere le verdure per Dondo si era scordata di fare merenda e aveva una voragine al posto della pancia!
-Chetta tesoro, Estor mi ha detto che sei stata fuori a giocare prima che si scatenasse il temporale, non sarai mica andata a giocare con l'aquilone?!
-No, papà, sono uscita solo col pallone però sono arrivata...
Accidenti stava per dire di essere arrivata fino al laghetto! L'avrebbero sicuramente sgridata e messa in punizione e non avrebbe potuto riportare Dondo alla sua famiglia!
-... Sono arrivata a casa appena in tempo, stava iniziando a piovere!
Fiuu ce l'ho fatta! Pensò Enrichetta!
-Chi la vuole la prima fetta di torta?
Di sentì urlare dalla cucina. Era la mamma che stava portando in tavola la torta che avevano preparato nel pomeriggio.
-A me due!- disse Enrichetta sperando la prendessero sul serio visto che ne aveva promessa anche a Dondo!
-ma che fame da lupo hai oggi, Chetta! Ti fa appetito giocare in giardino! Perché non organizziamo una merenda con i tuoi compagni di scuola?
-Oh mamma sarebbe fantastico! Posso chiamare Bicci per dirglielo?-
-ne riparliamo domani, ora godiamoci questa favolosa torta!
Disse il papà sistemandosi il tovagliolo nel colletto e prendendo la forchetta da dolce.

E così fecero. La torta era davvero squisita, ma come poteva riuscire a rubarne un pezzo? Il suo vestito non aveva nemmeno una tasca! E poi si sarebbe sporcato e l'avrebbero certamente scoperta! Accodentaccio che gran problema!
Ma all'improvviso ecco un'idea geniale! Una soluzione c'era!
-Mamma, posso portarmi una fetta di torta e una tazza di latte in camera? Stasera pensavo di finire il libro avventuroso che mi ha regalato la zia e quando ci sono i pezzi paurosi a me viene sempre fame! Allora posso? (ciomph)possssso? (ciomph) è così bbbuona!!
Disse con la bocca piena...
-Ma certo tesoro!-
E sia la mamma sia il papà si fecero una grossa risata! Sembrava non avesse mangiato da giorni e che fosse la prima torta al cioccolato che mangiava in vita sua!
Ma perché ridevano? Cosa c'era da ridere tanto se le veniva fame quando aveva paura? Mah!- pensò mentre raccoglieva le bricioline sul piatto con il dito umido...
Non lo voleva sapere, le bastava essere riuscita a recuperare una fetta di dolce per Dondo! -Buonanotte mamma! Buonanotte papà - e li baciò.
-Buonanotte tesoro!- risposero al bacio.

Finalmente poteva tornare in camera. Il piattino con la fetta di torta in una mano e il bicchiere di latte nell'altra.
arrivata davanti alla porta appoggiò il bicchiere per terra e aprì la porta, dimenticandoselo fuori.
-Ciao Dondo, sono qui e ho un gustoso bottino per te!

Dondo scattò e con un balzo arrivò al centro del letto. Enrichetta appoggiò il piattino con la torta sulla coperta e Dondo si mise subito a mangiare quella delizia al cioccolato. Ad ogni boccone Dondo produceva dei suoni e borbottii di piacere che facevano scoppiare a ridere Enrichetta, ma doveva trattenersi per non farsi sentire e quindi si metteva un cuscino sulla bocca ma in questo modo anche lei faceva rumori strani e si scompisciarono dal ridere per vari minuti.

Finita la torta, ripulito il piatto Enrichetta si rese conto di aver lasciato il latte fuori della porta. Andò a prenderlo facendo pianissimo e al suo ritorno Dondo si era addormentato.
Lo prese delicatamente e se lo mise a dormire vicino. La notte passò piena di sogni fantasiosi e bellissimi...

leggi il secondo e ultimo capitolo!

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