Fiabe e racconti
A magic school
Il mondo infra-temporale
capitolo 8 - 9/2/2014
Racconto scritto e illustrato da Chiara
Tap tap..
Tap tap..
Ecco il morbido tonfo delle ciabattine di Lau, già sveglia e fresca come una rosa bagnata dalla rugiada.
Mentre versava il tè con un'eleganza sopraffina, leggiadra come quella di una farfalla, si sentì un fruscio sonoro ma sempre leggero.
Era Catty che si alzava dal letto con malavoglia ma sempre con un dolce sorriso sulle labbra.
I suoi occhi erano incorniciati dai suoi capelli corti, di color castano dorato.
Sembrava illuminata da un non so che di magico; dopotutto era la fata della luce.
Gentile, aiutò Lau a pulire la stanza ed a preparare qualcosa di caldo.
Era domenica, e la mensa era chiusa, quindi ci si preparava il cibo da sole o si chiedeva un permesso per mangiare al ristorante.
Però le cose fatte in casa sono più buone perché fatte con amore, no?
Quindi le nostre ragazze avevano ingoiato in un sol boccone tutte le nozioni culinarie necessarie, anche se certe volte facevano dei pasticci(otti).
Scoccarono le otto e l'unica che ancora dormiva era Cagny.
Era troppo dolce mentre dormiva, aveva sempre un'espressione riposata e angelica con un sorriso abbozzato sul suo viso.
Però, quel giorno, non fu come gli altri.
Delia e Francy entrarono quatte quatte mentre Cagny dormiva per lasciarle la colazione a base di cornetto con cioccolato appena fuso, un cappuccino fresco di schiuma, e pancake con sciroppo d'acero fresco.
Appena posarono la teglia con la colazione sul comodino di Cagny, videro sul volto di Cagny una smorfia di paura, di una paura che colpiva da dentro.
La loro amica era tormentata da un dolore fisico, da un sogno, o da qualcosa di diverso.
Plin...
Cadde una goccia sul pavimento.
Una goccia densa, rossa, brillante.
Da dove veniva quella goccia?
Quando Delia passò vicino a Cagny per guardarla, vide una scia scendere dai suoi occhi, colmi di paura, di panico.
Delia si accorse subito che c'era qualcosa che non andava...
Cagny era ferma, occhi aperti. Il cuore le batteva, le pupille si muovevano quindi il cervello era attivo, ma lei restava immobile, insensibile ai richiami delle amiche.
Era come se la sua anima fosse andata via portando con sé le chiavi del suo corpo.
Delia cercò di capire cosa fosse successo.
Intanto Catty era venuta di corsa in camera di Cagny e sentiva nella propria mente come un messaggio insistente e ininterrotto, che si ripeteva all'infinito.
Quasi senza accorgersene, per puro caso, mise la sua mano destra sulla fronte di Cagny e di colpo un varco di luce si aprì su quei capelli dorati che, illuminati da quella luce, sembravano oro divino.
Catty sembrava serena, non aveva l'espressione sbalordita che invece segnava i volti delle sue compagne. Lei era in una beatitudine eterea. Tanto era bella in quel momento, che sembrava una figlia del Sole.
All'improvviso, quasi inaspettatamente, una brezza cominciò a soffiare per tutta la stanza. Si faceva man mano più intensa ma gli oggetti non si muovevano.
All'apice della potenza della brezza ormai divenuta tempesta, Catty venne risucchiata nel varco di luce ancora aperto.
Le amiche decisero immediatamente di seguirla e dopo che furono passate il varco si richiuse.
Dentro era tutta una luce, una luce divina, che rispecchiava l'animo puro di Catty.
Volavano nella luce, ma dopo il volo toccarono terra.
Una terra fredda, gelida, scivolosa.
Delia tastava con la mano il suolo, per cercare qualcosa o qualcuno a cui appoggiarsi.
Dopo aver cercato invano finalmente sentì qualcosa di liscio, a fili lunghi e ammassati.
Erano capelli, i capelli di Cagny.
Nel buio in cui ora erano, però, nulla era certo.
Poi però, finalmente la luce.
Era come se qualcuno avesse acceso un fuoco; la luce che si sprigionava era calda e profumava di legna da ardere.
Delia si alzò e iniziò a correre verso la luce, sperando di uscire dal buio.
Mentre correva sentiva sempre più intenso l'odore della legna da ardere e la luce cui andava incontro era sempre più luminosa.
Sudava, il suo corpo era letteralmente bagnato dalle gocce di sudore, che cercavano di mandare via il calore sprigionato dalla luce.
I suoi capelli castani stavano cominciando a volteggiare, il suo corpo sembrava sorreggere perfettamente la fatica, sembrava un qualcosa di sopranaturale, i suoi piedi non si riempivano di lividi, le fitte alla milza diminuivano.
E poi, il sogno.
I suoi piedi, leggeri come ali di farfalla, iniziarono a staccarsi dal suolo gelido.
Sì, Delia volava, e piano piano i suoi vestiti cambiarono aspetto.
Adesso aveva un abito lungo, di colore intenso, in seta.
Sembrava essere nata con quell'abito.
E mentre volteggiava soavemente arrivò finalmente alla fonte di quella luce: Catty.
Sì, era proprio lei la fonte di luce,
Una fonte di luce pura, che non aveva paura di mostrarsi.
- "Catty? Ma, sei tu la fonte di questa luce?", chiese Delia,
- "Sì, perché ti sorprendi? Come fata della luce devo fare questo", rispose Catty,
- "Lo so, ma è la prima volta che vedo una luce così limpida"
- "Lo puoi fare anche tu. Ognuna di noi ha anche i poteri delle altre fate, solo che alcuni sono più potenti e alcuni di meno"
- "Allora ci proverò".
Così Delia materializzò con il pensiero quel potere, un pensiero che diventava sempre più intenso, e poi la luce si sprigionò anche da lei.
Era azzurra, chiara e cristallina.
Con quella luce si intravedevano le cose, il mondo buio sembrava non esserci più.
Si vedevano i visi di Lau, Francy, Sofy e Cagny. Anche loro stavano emanando luce.
Tutte loro in quel momento potevano capire tutto, sentire, e anche materializzare con il pensiero i propri poteri.
E... ad un tratto...
Il buio scomparve,
venne risucchiato via.
Si rivelò a loro un mondo bello, pieno di elementi magici.
Ma in realtà non era bello...
Quando furono tutte pienamente sveglie iniziarono ad esplorare.
Quel mondo, all'inizio buio, si rivelò un mondo immerso nella natura con qualche scorcio ciottoloso e qualche ruscello divideva i prati.
Però, era un mondo troppo bello, troppo perfetto...
C'era qualcosa sotto...
Sentirono un fruscio leggero ma veloce.
Era qualcuno...
Era Kohan!
- "Kohan? Cosa ci fai qui?", chiese Laura - "Mmh, mi domando perché ti chiedi questo, sono o no la vostra guida?", rispose. Si zittirono tutte, e ripresero la passeggiata.
Ad un certo punto arrivarono a un cancello dorato, luminoso.
Sì, un cancello d'oro di stile corinzio.
Kohan lo aprì con la delicatezza di una farfalla e il gruppo si ritrovò davanti due ragazze.
Avevano delle ali, delicate e sottili.
Sembravano creature provenienti dalla radura...
Chi potevano essere?
- "Non credo siano creature cattive", disse Sofy sicura,
- "Infatti, non siamo creature malvagie", disse una delle ragazze.
- "Io sono Ari e lei è Mary. Siamo le portiere del Mondo Infra-temporale".
- "Infra-temporale?", si chiesero tutte.
- "Sì. Infra-temporale", disse Mary che aggiunse "sappiamo che voi venite dal mondo dei vivi, anche noi veniamo da lì.
Dovete sapere che siamo imprigionate qui da tanto tempo, forse saranno 2 anni che siamo qui, ma il tempo qui non esiste, qui tutto si ferma, qui niente cambia. Questo è il mondo di chi soffre, perché intorno vede tutto bello ma sa che il peggio deve ancora arrivare".
- "E cosa sarebbe il peggio?", chiese Lau.
- "Sarebbe il non avere più libertà, anche se si è innocenti. Per esempio, guarda noi, ora facciamo le portiere alla foresta, e non possiamo fare altro, non dormiamo e non mangiamo".
- "Vi aiuteremo! Vi libereremo da questo inferno!", disse decisa Catty.
- "Se lo farete sarà bellissimo, però se fallirete non potrete più avere libertà, proprio come noi!"
Nel prossimo capitolo di A magic school:
"E intanto, tra radure e ruscelli,
l'oscurità si avvicina..."
Cosa succederà?
Lo scoprirete presto!
Chiara
A presto con il prossimo capitolo!
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