Fiabe e racconti
Le farfalle
Racconto scritto da don Nereo
Dino era proprio un monello: si divertiva a tirare i sassi agli animali e soprattutto a picchiare e distruggere tutti i fiori che gli capitavano a tiro. Non si trovava proprio il modo di correggerlo; anzi, dopo qualche richiamo, ci metteva ancor più cattiveria nel rovinare ogni fiore.
I fiori avevano pazienza e le pianticelle si sforzavano di rilanciare altri boccioli nel sole e nell'aria; ma finiva che non ne avessero più e allora giardini e praticelli si coloravano solo di verde. Dove passava Dino dal cuore duro rimanevano solo erbe e gambi mozzati. Così passarono la primavera, l'estate e l'autunno, con tanta desolazione attorno a Dino. Poi la natura si addormentò sotto la neve, sperando che le feste natalizie facessero migliorare Dino.
Arrivò la primavera, ma Dino non era cambiato e andò subito a caccia di primule, viole e ranuncoli. I poveri fiori rabbrividivano più alla vista del monello che per l'aria ancora pungente. E tutti supplicarono Flora, la fata dei fiori, a prendere qualche provvedimento.
Flora, che ormai aveva consumata tutta la pazienza, ricorse alla bacchetta magica. Così accadde che, il mattino dopo, quando Dino si lanciò fra le aiuole con un grosso bacchetto per distruggere i fiori, restò impietrito col bacchetto a mezz'aria.
Tutti i fiori lasciarono il loro gambo e si alzarono in volo,
volteggiando leggeri e sfuggendo a Dino. I loro petali dai mille colori
erano diventati ali che si muovevano eleganti nella luce del mattino.
Flora sorrise soddisfatta e guardò verso l'alto, per capire cosa ne
pensasse il suo Creatore. Anche Dio sorrise e disse:
«Ben fatto! Le chiameremo farfalle».
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