Fiabe e racconti
Fiori e frutti
Racconto scritto da don Nereo
Amici miei un po' cresciutelli, che sento parlare di amorucci e morosetti (cioè fidanzatini in veneto), mi fate venire a mente l'avventura di Mirella.
Certamente avete succhiato con gran piacere qualche bella pesca matura, magari cresciuta sotto l'occhio vigile del nonno, nel suo orto di campagna. Si cerca di non lasciarsi sfuggire neanche un pezzetto o una goccia. Ma quanta paziente attesa ci vuole perché una pesca sia matura al punto giusto e diventi la squisitezza che è!
Anche Mirella aveva un nonno e questo nonno possedeva nell'orto un
giovane pesco, ancora esile, basso, con pochi teneri rametti. A primavera
questo pesco spinse nell'aria tiepida, verso il cielo, sei rametti che si
coprirono di splendidi fiori rosa. Erano una delizia per lo sguardo. E
Mirella, che andò a salutare i nonni in una limpida domenica, fu
abbagliata da quella meraviglia di vita colorata ed ebbe un'idea che le
parve geniale:
«Un rametto fiorito per il nonno, uno per la nonna naturalmente, uno
per la mamma e uno per papà. Beh, via, uno anche per me».
Così i cinque rametti fecero bella mostra in un vaso al centro della tavola imbandita. Ma così, purtroppo, il giovane pesco restò con un solo, piccolo rametto fiorito...
Il nonno, che amava molto Mirella, non volle rattristarla più di tanto, facendole notare appena che la nipotina così si era privata di una grossa scorpacciata di pesche per settembre.
Venne la calda estate e venne il tempo delle pesche mature.
Il nonno attese Mirella per andare a spiccare dal rametto le meravigliose pesche. Se ne erano salvate solo quattro. Mirella sentiva l'acquolina in bocca, ma, ricordando assai bene di aver depredato la pianticella in primavera, disse e fece: «Una per il nonno, una per la nonna, una per mamma e una per papà... La mia crescerà con abbondanza la prossima estate».
Eh sì, amici: se uno ha fretta di cogliere i fiori, poi non gusterà i frutti.
Così è con la stagione dell'amore, l'avventura più bella della vita, regalata e insegnata da Dio stesso. Il Signore mi guardi dal privarvi di una sola briciola di questa festa. Ma proprio perché anch'io vi voglio bene e so quanto è grande e avvincente l'amore, vi faccio notare, da vecchio Zio Barba che un tempo fu giovane: se Mirella o Pierino avranno fretta a cogliere i fiori delle prime emozioni di fronte a Lui o Lei e non si accontenteranno della gioia di annusare a pieni polmoni il profumo di quel fiore per poi passare ad annusarne altri dieci e cento, tutti splendidi e diversi... prevedo purtroppo che non riusciranno ad assaporare il frutto maturo di un amore cresciuto nella pazienza e «annusato» con prudenza fra tanti altri conosciuti sulla grande pianta della giovinezza, e infine scelto nella serenità con un cuore grande aperto alla vita.
Vi regalo una mia ricetta: le pesche senza il sole non matureranno a dovere; l'amore senza Gesù non sarà così gustoso come lo auguro a ciascuno.
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