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Dialogo interiore di una marionetta
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 12/09/2015 alle 16:11
''- Oh, per favore, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti..
- Tutti ne hanno bisogno.
- Io no.
- E allora perché lo chiedi?
- Perché non ce la faccio da solo, ma sono troppo orgoglioso per ammetterlo. Tanto a nessuno interessa di me. Odio tutti.
- Se a te non interessa di nessuno, come puoi pretendere che agli altri interessi di te?
- Faccio già fatica ad interessarmi di me stesso.. Come faccio ad ascoltare anche gli altri? Cerco di aiutare gli altri in tutti i modi.. Ma solo per nascondere il mio desiderio irrefrenabile di essere aiutato.. Ma nessuno vuole aiutarmi.
- Ma aiutarti in cosa?! Tu non hai bisogno di aiuto. Tu puoi farcela.
- No, io non posso farcela.. Sono così piccolo e fragile.. Talmente fragile da aver promesso a qualcuno di dirgli sempre quando sto male.. Ma non riesco a mantenere la promessa, scusate. Io ho paura di disturbare, non voglio disturbare. Rischierei di non piacergli ancora di più.
- Non sei piccolo e fragile. Sei forte, fammi uscire fuori.
- No, è inutile, tanto tornerebbe tutto come prima.. Non ha alcun senso vivere; la vita è un continuo ciclo di felicità, tristezza, felicità, tristezza.
Prima ero felice, poi qualcuno mi ha detto qualcosa che mi ha colpito e non sono riuscita a trattenere le lacrime.
- Non c'è nulla di male nell'essere tristi. Nulla.
- Si invece.
- Sei tu che sei troppo orgoglioso e non riesci ad accettare le cose come stanno veramente. Vai, puoi farcela, e quando riuscirai a combattere la tua paura per il giudizio degli altri, non avrai più nessun problema, e riuscirai finalmente a farmi uscire fuori.
- Tu non capisci, mia forte parte nascosta. Non capisci, tu e lei non capite. Non capite che tutto quello che sto facendo ora, tutto quello che sto pensando ora, non capite che tutto quello che sto scrivendo, è frutto di anni passati a cercare in tutti i modi di essere come gli altri volevano io fossi. E ancora ora, ancora ora sto cercando di essere come gli altri mi vogliono. E quello che sono, la mia fragilità, è frutto degli altri.
Io sono gli altri, non sono più me stesso. Non lo sono mai stato, non ho una mia personalità. Non so chi sono, non l'ho mai saputo.
Chi sono io? Non lo so, è la domanda che più spesso mi faccio. Me la sono sempre posta, sin da piccolissimo, ma solo 3 anni fa ho iniziato a chiedermelo seriamente. A 11 anni non avevo una risposta, e ora che ne ho quasi 14.. Uhm.. Ancora non l'ho trovata. E ho paura che non la troverò mai. Non troverò mai me stesso.
- Io sono te stesso.
- No, noi due siamo così diversi.. Io fragile, triste e impaurito. Tu felice, forte e coraggioso. Eppure sei parte di me. Aiutami a capire. Ti prego, aiutami almeno tu.
- Non posso.
- Nessuno può aiutarmi, nessuno.. Mi sembra tutto così confuso. Forse lei ha ragione. Hai presente, parte di me, quel messaggio in bacheca che mi hai fatto scrivere 2 mesi fa? Quelli è veramente parte di me, è veramente quello che penso. Ma lei non la pensa così, non la pensa come me.. La pensa come gli altri. Ho passato anni a tentare di piacere a lei, agli altri, di piacere a mio padre.. Ma è stato tutto inutile. Non ce la faccio più, io non piaccio a nessuno, non piacerò mai a nessuno. Forse si, sono immaturo, aveva ragione. Sono ancora un bambino rispetto ai miei coetanei, loro sono più maturi di me, io ho stupide idee e opinioni che avevo in mente per essere.. Accettato, anche se le penso veramente, ma ora che nemmeno lei è d'accordo con me.. Basta basta, ne ho abbastanza di tutte queste stupidaggini. Pensavo fossero loro gli immaturi, pensavo che io gli piacessi. Sono solo un bambino che non vuole essere come gli altri, ma se non lo è, diventa triste, perché agli altri non piace. Ma è colpa sua, perché a lui importa troppo del giudizio degli altri. Cerca di essere in tutti i modi perfetto, ed è per questo che agli esami ha parlato di questo. Ora sono confuso, pensavo di stare facendo la cosa giusta, e invece ora non lo so più. Mi sento perso..
- Hai solo bisogno di aiuto, e no, questo non si chiama egoismo, si chiama amore per sé stessi.
- No, basta, non ce la faccio veramente più di questo mondo. Vado da chi mi capisce veramente, ciao.''
(ma nessuno lo capiva veramente.. e dove andò, nessuno lo sa.)
- Tutti ne hanno bisogno.
- Io no.
- E allora perché lo chiedi?
- Perché non ce la faccio da solo, ma sono troppo orgoglioso per ammetterlo. Tanto a nessuno interessa di me. Odio tutti.
- Se a te non interessa di nessuno, come puoi pretendere che agli altri interessi di te?
- Faccio già fatica ad interessarmi di me stesso.. Come faccio ad ascoltare anche gli altri? Cerco di aiutare gli altri in tutti i modi.. Ma solo per nascondere il mio desiderio irrefrenabile di essere aiutato.. Ma nessuno vuole aiutarmi.
- Ma aiutarti in cosa?! Tu non hai bisogno di aiuto. Tu puoi farcela.
- No, io non posso farcela.. Sono così piccolo e fragile.. Talmente fragile da aver promesso a qualcuno di dirgli sempre quando sto male.. Ma non riesco a mantenere la promessa, scusate. Io ho paura di disturbare, non voglio disturbare. Rischierei di non piacergli ancora di più.
- Non sei piccolo e fragile. Sei forte, fammi uscire fuori.
- No, è inutile, tanto tornerebbe tutto come prima.. Non ha alcun senso vivere; la vita è un continuo ciclo di felicità, tristezza, felicità, tristezza.
Prima ero felice, poi qualcuno mi ha detto qualcosa che mi ha colpito e non sono riuscita a trattenere le lacrime.
- Non c'è nulla di male nell'essere tristi. Nulla.
- Si invece.
- Sei tu che sei troppo orgoglioso e non riesci ad accettare le cose come stanno veramente. Vai, puoi farcela, e quando riuscirai a combattere la tua paura per il giudizio degli altri, non avrai più nessun problema, e riuscirai finalmente a farmi uscire fuori.
- Tu non capisci, mia forte parte nascosta. Non capisci, tu e lei non capite. Non capite che tutto quello che sto facendo ora, tutto quello che sto pensando ora, non capite che tutto quello che sto scrivendo, è frutto di anni passati a cercare in tutti i modi di essere come gli altri volevano io fossi. E ancora ora, ancora ora sto cercando di essere come gli altri mi vogliono. E quello che sono, la mia fragilità, è frutto degli altri.
Io sono gli altri, non sono più me stesso. Non lo sono mai stato, non ho una mia personalità. Non so chi sono, non l'ho mai saputo.
Chi sono io? Non lo so, è la domanda che più spesso mi faccio. Me la sono sempre posta, sin da piccolissimo, ma solo 3 anni fa ho iniziato a chiedermelo seriamente. A 11 anni non avevo una risposta, e ora che ne ho quasi 14.. Uhm.. Ancora non l'ho trovata. E ho paura che non la troverò mai. Non troverò mai me stesso.
- Io sono te stesso.
- No, noi due siamo così diversi.. Io fragile, triste e impaurito. Tu felice, forte e coraggioso. Eppure sei parte di me. Aiutami a capire. Ti prego, aiutami almeno tu.
- Non posso.
- Nessuno può aiutarmi, nessuno.. Mi sembra tutto così confuso. Forse lei ha ragione. Hai presente, parte di me, quel messaggio in bacheca che mi hai fatto scrivere 2 mesi fa? Quelli è veramente parte di me, è veramente quello che penso. Ma lei non la pensa così, non la pensa come me.. La pensa come gli altri. Ho passato anni a tentare di piacere a lei, agli altri, di piacere a mio padre.. Ma è stato tutto inutile. Non ce la faccio più, io non piaccio a nessuno, non piacerò mai a nessuno. Forse si, sono immaturo, aveva ragione. Sono ancora un bambino rispetto ai miei coetanei, loro sono più maturi di me, io ho stupide idee e opinioni che avevo in mente per essere.. Accettato, anche se le penso veramente, ma ora che nemmeno lei è d'accordo con me.. Basta basta, ne ho abbastanza di tutte queste stupidaggini. Pensavo fossero loro gli immaturi, pensavo che io gli piacessi. Sono solo un bambino che non vuole essere come gli altri, ma se non lo è, diventa triste, perché agli altri non piace. Ma è colpa sua, perché a lui importa troppo del giudizio degli altri. Cerca di essere in tutti i modi perfetto, ed è per questo che agli esami ha parlato di questo. Ora sono confuso, pensavo di stare facendo la cosa giusta, e invece ora non lo so più. Mi sento perso..
- Hai solo bisogno di aiuto, e no, questo non si chiama egoismo, si chiama amore per sé stessi.
- No, basta, non ce la faccio veramente più di questo mondo. Vado da chi mi capisce veramente, ciao.''
(ma nessuno lo capiva veramente.. e dove andò, nessuno lo sa.)
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